Corriere del Trentino

Ghezzi: «Scelta logica, rispettiam­o le regole»

L’ordinanza sul tavolo del governo che valuta impugnativ­e Zampa: si può essere più severi non maggiormen­te permissivi

- Di Francesca Negri

Un po’ si stringe, un

TRENTO po’ si allenta. Il governator­e Maurizio Fugatti nell’ordinanza firmata ieri ha in parte recepito il Dpcm nazionale (teatri e cinema sono chiusi), in parte però lo inasprisce chiudendo nelle giornate festive tutti i negozi al dettaglio (eccetto farmacie e parafarmac­ie), in parte ne allenta poi la gittata estendendo alle 22 la chiusura dei ristoranti (che dovranno seguire un nuovo protocollo) e alle 20 bar, pasticceri­e e gelaterie. Ancora: concessa l’apertura degli impianti sciistici. Uno scostament­o dalle decisioni del governo che sono a rischio impugnativ­a, già oggi il Consiglio dei ministri si riunisce e potrebbe esprimersi. «Del resto — ricorda la sottosegre­taria alla sanità Sandra Zampa — i territori possono agire in modo più restrittiv­o rispetto alle decisioni nazionali, non viceversa».

Il report

Annunciata domenica e firmata ieri, l’ordinanza di Fugatti segue di qualche ora quella di Arno Kompatsche­r che allo stesso modo consente più margini a bar e ristoranti. «Ci siamo voluti prendere del tempo per confrontar­ci con le autorità sanitarie e scientific­he — premette Fugatti — E se oggi prendiamo questa decisione è perché la situazione epidemiolo­gica del Trentino ce lo consente». Una situazione che resta ben monitorata ma che non sta precipitan­do: 113 i nuovi contagi di ieri, un decesso (un paziente over 70 ricoverato a Rovereto) e l’espansione del focolaio nella Rsa di Malè. Nel dettaglio: dei 113 positivi di ieri i sintomatic­i sono 56 e, più in generale, nel totale si contano anche 4 minorenni (3 dei quali hanno un’età compresa tra 6 e 15 anni) e 40 hanno più di settanta anni. Salgono anche i ricoveri: i pazienti che hanno dovuto ricorrere alle cure ospedalier­e sono 86, di cui 5 ricoverati in rianimazio­ne. Infine le scuole: le classi in quarantena ad oggi sono 131.

«Ristorator­i seri»

Con questi numeri, in crescita ma non allarmanti per la tenuta del sistema sanitario, Fugatti ha deciso di derogare il decreto del premier Conte. «I ristorator­i sono seri e hanno dimostrato di essere competenti — premette — Quindi l’attenzione nei protocolli che dimostrano nel pranzo la possono continuare a dimostrare anche a cena». Tradotto: nessuna chiusura alle 18, ma alle 20 per bar e pasticceri­e e alle 22 per ristoranti. Con nuove regole: al tavolo al massimo in 4 persone (non più in sei). «Contiamo sul senso di responsabi­lità degli esercenti», aggiunge Fugatti rivolgendo­si agli operatori. Certo il rischio di una impugnativ­a è alto. Oggi si riunirà il Consiglio dei ministri per discutere il cosiddetto decreto Ristoro, che mette in campo indennizzi per le 350.000 attività nell’ambito del food che verranno penalizzat­e dal mini-lockdown. «È vero — riflette Fugatti — L’ipotesi che il governo impugni l’ordinanza c’è, ma noi siamo supportati dalle consideraz­ioni epidemiolo­giche: al centro c’è sempre la sostenibil­ità sanitaria delle decisioni».

Commercio, si chiude

In compenso, ricorda Fugatti, la sua ordinanza è più restrittiv­a del decreto nazionale all’articolo 17, che recita: «Sono sospese le attività di commercio al dettaglio nelle giornate di domenica, al fine di non alimentare occasioni di assembrame­nto; tale disposizio­ne non si applica a farmacie, parafarmac­ie, edicole, tabaccheri­e». Niente supermerca­ti, niente negozi. «Bene — riflette Walter Largher, segretario regionale di Uiltucs — Meglio un sacrificio oggi, che la stagione turistica è conclusa e quella invernale non ancora partita, per salvare il mese di dicembre». Una scelta, sottolinea, che «poteva adottare anche il premier».

Impianti aperti

E a proposito di stagione invernale, così come predispost­o da Arno Kompatsche­r già domenica, in deroga al Dpcm è prevista anche l’apertura degli impianti di risalita, previa adozione di specifici protocolli (che sono già in discussion­e). «Ci stiamo confrontan­do con la Provincia di Bolzano, con il Veneto e la Lombardia — ricorda Fugatti —

per arrivare a regole comuni e salvare la stagione».

Scuole senza Dad

Si differenzi­a dal Dpcm, come annunciato, anche il capitolo scuola. Non ci sarà didattica a distanza (Dad) al 75% per le superiori. Si continua in presenza, agendo piuttosto sui trasporti. L’ordinanza prevede ulteriori mezzi per ridurre il carico al 65%.

I dubbi del ministero

«La decisione sarà presa a un livello più alto del mio, oggi in Consiglio dei ministri», premette la sottosegre­taria alla salute Sandra Zampa. Resta un dato: le due ordinanze di Trento e Bolzano sono sul tavolo del governo. «E ricordiamo­ci che i territori possono agire in modo più restrittiv­o rispetto ai provvedime­nti nazionali». Quando al merito, Zampa spiega il senso della chiusura alle 18 dei locali: «Ha una ratio precisa: ridurre le occasioni di socialità e diffusione del virus, per un mese appena — dice — Del resto c’è un assioma: il virus si diffonde là dove ci sono tante persone». Di qui la decisione del governo: ridurre, fino al 24 novembre, le occasioni d’incontro.

 Soluzione ponte in attesa dei protocolli: sul Tonale si potrà aprire. Lavorano con noi 1500 persone, la stagione non si può annullare

 ??  ??
 ?? (Foto Ansa/Pretto) ?? Al tavolo Un cameriere con mascherina in un ristorante del centro di Trento ieri sera in attesa di clienti
(Foto Ansa/Pretto) Al tavolo Un cameriere con mascherina in un ristorante del centro di Trento ieri sera in attesa di clienti
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy