Zorzi: «Itas, troppi cali di tensione»
Zorro legge le difficoltà dei trentini. E su Lorenzetti: «Non è scontato che rimanga»
«All’Itas manca la solidalità». Sono parole dell’ex pallavolista azzurro Andrea Zorzi (soprannominato Zorro) che riflette su futuro della squadra dopo l’ultimo ko arrivato di domenica scorsa contro Monza al tie-break. «Trento fatica a stare a galla quando è in difficoltà», spiega. «Lucarelli? Bisogna aspettarlo», dice ancora Zorzi. In bilico, secondo l’ex azzurro, anche il destino del tecnico Lorenzetti. «Se le cose vanno male non è detto che rimanga».
Andrea Zorzi, come analizza il momento dell’Itas?
«Innanzitutto, delineando lo scenario. La campagna acquisti ha creato aspettative altissime, confermate dal buon precampionato. L’eliminazione dalla Supercoppa poteva far parte di un percorso di crescita ma forse si è pensato troppo in fretta che Trento e Civitanova fossero le squadre più attrezzate: da qui nasce la delusione dei tifosi».
Sul campo invece cosa manca?
«Negli ultimi anni Trento ha sempre avuto una squadra importante ma non una velocità di crociera sufficientemente solida. Pur capace di esprimersi in modo splendido, appena il gioco è meno liscio subentra la frustrazione. Ho visto momenti in cui la squadra si è spenta troppo facilmente incontrando enormi difficoltà nel riaccendersi. Vale per il passato e il presente».
C’è un responsabile?
«Un mix di responsabilità tecnico-tattiche ed emotive. Trento fatica a trovare un modo per restare a galla quando è in difficoltà. È un aspetto su cui stanno lavorando così come sulla necessità di ridurre i cali di tensione, un atteggiamento che è quasi un marchio di fabbrica».
Alcuni tifosi dubitano di Lorenzetti. Lei che ne pensa?
«Tutti oggi sono in una situazione paludosa ma non ho visto elementi di complessità nel rapporto tra squadra e allenatore. Il presidente Mosna chiede giustamente pazienza per evitare reazioni esagerate ma allo stesso tempo non credo stia facendo finta di niente. A differenza di altri tecnici esonerati quest’anno, Lorenzetti non ha sulle spalle una sfiducia legata al passato ma non è scontato che resti.
Trento non prenderà decisioni affrettate».
Giannelli ha le redini della squadra?
«Ci ha abituati bene, ora è un giovane palleggiatore super esperto che deve compiere piccoli ma decisivi miglioramenti che ad altissimo livello fanno la differenza. Non è facile limare i dettagli sia sul piano personale che tecnico».
Si aspettava tempi di inserimento lunghi per Lucarelli?
«È comune. Purtroppo non è un processo lineare fatto di passi avanti da compiere ogni giorno. Giocatore e allenatore non possono avere il controllo sui tempi di inserimento e non devono neanche porsi il problema: l’unica strada è lavorare e tenere a bada i momenti di sfiducia».
Cosa rappresenta in questo momento l’impegno di Champions League per i gialloblù?
«Ho l’impressione che questa squadra non ami sentirsi favorita ma preferisca sovvertire i pronostici. Il peso delle aspettative accompagna la vita di uno sportivo e si può trasformare in una condanna a vincere. Oggi la Dinamo Mosca è un ostacolo complicatissimo che viene da cinque vittorie consecutive e ha grande capacità. Trento però non ha altre strade davanti. Può solo affrontare questo impegno cercando la giusta armonia e con la consapevolezza di saper reagire benissimo a situazioni imprevedibili».