Il consiglio provinciale si fa in presenza
Alla fine i capigruppo hanno deciso: il Consiglio provinciale si riunirà in presenza dal 3 al 5 novembre prossimi.
Ieri si è infatti discusso circa le modalità di svolgimento delle sedute consiliari, dopo che Paolo Ghezzi ha stigmatizzato il ritardo sull’adeguamento tecnologico dell’aula consiliare per consentire a uno o più consiglieri di collegarsi da remoto. «Da 5 mesi c’è il nuovo regolamento d’aula, ma in concreto — ha detto il consigliere — una seduta in modalità mista non è fattibile». Il presidente Walter Kaswalder ha spiegato che si attende l’implementazione tecnologica e nel frattempo — per situazioni emergenziali — c’è sempre a disposizione l’opzione della seduta totalmente on line. In definitiva i capigruppo si sono espressi per lavori in presenza fisica. Alla base, specie della maggioranza, una spiegazione: Mara Dalzocchio (Lega) ha detto che s’impone un chiaro messaggio verso i cittadini che vanno a lavorare fuori casa. Vanessa Masè (Civica) ha detto che si può pensare ad arieggiare l’aula, sospendendo a regolare cadenza i lavori. Il vicepresidente della Provincia Mario Tonina ha invocato la necessità di dare un esempio alla cittadinanza e Giorgio Leonardi (Forza Italia) ha subito condiviso il pensiero. Discussione finita? No. Perché il presidente Kaswalder poco dopo ha replicato duramente alla consigliera Lucia Coppola (Futura) che chiedeva maggiore impegno da parte del presidente. «È grave che la consigliera Lucia Coppola faccia passare l’immagine di un Consiglio provinciale in cui non avrebbe cittadinanza il principio di precauzione e quindi la massima attenzione al rischio di contagio». Poi la conclusione, molto poco istituzionale per la seconda carica del Trentino: «Invito la consigliera a stare a casa, sarà considerata giustificata».