I solisti dell’orchestra Haydn e il direttore Angius
Isolisti dell’orchestra Haydn si confrontano con Mozart e la direzione di Marco Angius. Il concerto è questa sera all’auditorium di Bolzano alle 20, annullato invece quello di domani al teatro Sociale di Trento. Angius, ormai residente a Padova dove sta alimentando e sviluppando alcuni progetti orchestrali e anche di sperimentazione e di registrazioni discografiche, ha diretto molte tra le più prestigiose orchestre italiane ed estere, tra cui l’Orchestra del Teatro La Fenice, il Maggio Musicale Fiorentino, l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, l’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, con la quale ha inciso tutta l’opera per violino e orchestra di Ivan Fedele, nel cd Mixtim con cui ha vinto il Premio Amadeus (2007) e altre. Molte le opere che ha diretto. Già direttore principale dell’Ensemble Bernasconi dell’Accademia Teatro alla Scala, dal settembre 2015 è direttore musicale e artistico dell’Orchestra di Padova e del
Veneto, con la quale ha inciso l’integrale delle sinfonie di Beethoven.
Maestro Angius, lei è uno sperimentatore legato alla musica moderna. Che cosa ha a che fare con Mozart?
«L’occasione della mia direzione a Bolzano può apparire singolare. Di recente mi capita spesso di affrontare un repertorio classico, tradizionale, pur arrivando da altre esperienze. Ma la mia chiave di lettura parte sempre dal presente anche quando interpreto e dirigo opere del passato».
E il concetto di contemporaneo?
«Come il concetto di moderno, andrebbe riconsiderato. Mozart lo considero sempre e comunque contemporaneo».
Marco Angius sarà questa sera a Bolzano con l’Haydn Ha diretto molte tra le più prestigiose orchestre italiane ed estere
Che cosa rende moderna una composizione?
«La logica con cui viene concepita. Molto di più che l’epoca e la categoria storica».
Dirigerà i solisti della Haydn, saranno sul palco disposti a ferro di cavallo.
«Sì. E non solo per distanziamento tra musicisti. L’organico della Gran Partita che fu composta nel 1781, è molto particolare e non iscritto esattamente in una forma orchestrale. Ci sono ad esempio due corni di bassetto previsti in partitura, non è facile trovarli in un’orchestra».
Strumenti caduti in disuso, ma poi nel Novecento usati da Stockhausen addirittura come strumento solista.
«Il filo rosso della storia non si può dividere in settori, anche e forse soprattutto in musica. Mozart è un grande maestro e utilizza l’orchestra in un modo che secondo me, ai suoi tempi, doveva apparire inspiegabile».