Veruschka, mesto addio: al suo posto una palazzina
Il titolare: «Volevo comperare, sono deluso»
TRENTO La storica pizzeria-ristorante Veruschka di via Grazioli chiuderà per sempre sabato prossimo. E non c’entra la crisi del coronavirus: il titolare Marco Parisi — che è subentrato nella gestione del locale nove anni fa — avrebbe voluto continuare l’attività, ma la proprietà vuole vendere, costruire una palazzina da dividere in tanti appartamenti. «Avrei comperato io tutto lo stabile — spiega Parisi — facendo questo sforzo economico pur di continuare nell’attività. Ho fatto anche una proposta, che però non è stata presa in considerazione. Mi dispiace, è andata così, ma ci perde tutta la città perché il Veruschka era un punto di riferimento».
Ma poteva andare diversamente. «Io ci ho provato, mi sono rivolto anche ad alcuni studi legali per provare a capire se avessi potuto vantare un diritto di prelazione. Ma niente, la proprietà non è divisa tra parte commerciale e parte economica, e così non si ha diritto. Così però potrebbero chiudere anche altre attività storiche come la mia se non si interviene». Attività storiche, appunto, perché il Veruschka c’è fin dalla fine del XIX secolo anche se la pizzeria nasce nel 1977 in omaggio alla modella attrice tedesca Vera Gottliebe Anna von Lehndorff-Steinort (nota come Veruschka): «C’è ancora una scritta sulla facciata “Ristorante all’Opinione 1899”. I vecchi raccontano che qui, quando il Fascismo impediva di parlare di politica e di strategia, si potesse comunque confrontarsi. Qui, fin da allora, c’è sempre stato un bar o un ristorante. Poi la pizzeria, che per anzianità sul territorio se la giocava con il Vesuvio».
Di storico c’è anche il lignaggio della famiglia proprietaria dell’edificio di via Grazioli. Era dell’arcivescovo di Trento Celestino Endrici: «Nel 1940 Endrici muore e lascia tutto alla nipote, morta qualche anno fa ultranovantenne». E l’epilogo: «Ora le figlie hanno deciso di vendere, la mia attività chiude e qui sorgerà una palazzina con tanti appartamenti. E così si chiude la serranda del Veruschka». Nelle parole di Marco Parisi un filo di amarezza: «Ma sì, perché si poteva intavolare una trattativa, sarei stato disposto a valutare anche un importo superiore. Ma nulla, le mie proposte sono state ignorate».
Ricominciare da zero ora non conviene: «Di questi tempi no — conferma Parisi — non è proprio il caso. E comunque non ora. In questo locale ci ho speso tanto: ho rifatto gli interni, ho montato un nuovo tendone. Se sapevo che andava a finire così...». Sabato l’ultimo giorno di apertura: «Nessuna festa, anche perché non si può. Ho però salutato tutti i clienti abituali in questi giorni, e fine — dice amaro Parisi — sabato si chiude».