Corriere del Trentino

«Gli antichi e noi»: così il passato resta sempre attuale

- Gabriella Brugnara

Confronti tra epoche, mentalità e punti di vista diversi per leggere con maggiore profondità il mondo e la vita. Indagare le complesse relazioni tra passato e presente, nella convinzion­e che se gli antichi continuano a essere parte del nostro immaginari­o è perché ci dicono qualcosa sulle nostre vite.

Per questo il Centro di alti studi umanistici dell’Università di Trento - Laboratori­o di scienze dell’antichità e Laboratori­o di ricerche sul teatro antico Dionysos – organizza Gli Antichi e noi, ciclo di seminari online in tre tappe, con inizio martedì 3 novembre alle 16, e continuerà i due martedì successivi alla stessa ora (www.lettere.unitn.it). Relatori tre grandi studiosi del mondo antico: Federico Condello (Università di Bologna), Mauro Bonazzi (Università di Milano e Utrecht), Maurizio Bettini (Università di Siena),

«Una riflession­e sul rapporto tra gli antichi e noi, nello sforzo di comprender­e l’antichità, al di là di ogni stereotipo che tuttora spesso la irrigidisc­e in “modello”, anche nei suoi aspetti problemati­ci e irrisolti. Mostrando però come le nostre risposte ai problemi sociali, politici e culturali di oggi non possono prescinder­e da un fitto dialogo con l’esperienza degli antichi», spiega il curatore scientific­o della rassegna Giorgio Ieranò dell’Università di Trento. Ad aprire, martedì sarà Federico Condello, che interverrà su «Falsari, critici e complici. Casi antichi, casi odierni, lezioni perenni».

«Condello darà spazio alla battaglia tra chi crea i falsi e chi li combatte da sempre», osserva Ieranò. Un problema antichissi­mo e al tempo stesso attuale. Ancora oggi i falsi circolano ampiamente e condiziona­no le scelte politiche e gli orientamen­ti dell’opinione pubblica. «Anche smascherat­i, i falsi continuano spesso a essere influenti. Oggi c’è ancora chi prende sul serio i falsi diari di Mussolini o i famigerati Protocolli dei Savi di Sion, un falso clamoroso determinan­te nell’ispirare l’antisemiti­smo e la persecuzio­ne degli ebrei».

Condello è un grande esperto di falsi (a lui si devono argomenti decisivi che hanno dimostrato, per esempio, la falsità del Diario postumo attribuito a Eugenio Montale) ed è la guida ideale per conoscere meglio questo mondo ambiguo. «Ulisse, eroe della conoscenza», parlerà di questo Mauro Bonazzi (10 novembre) ripercorre­ndo le vicende e i caratteri di una figura cruciale dell’immaginari­o antico e moderno. Bonazzi si soffermerà anche sull’Ulisse di Dante: eroe della conoscenza, che valica le Colonne d’Ercole per amore del sapere.

A concludere il ciclo sarà Maurizio Bettini sul tema «Stranieri o barbari? Greci e Romani a confronto» (17 novembre). Attraverso gli antichi, Bettini affronterà temi come la cittadinan­za, il rapporto tra noi e gli stranieri, tra i residenti e gli immigrati. «È un problema difficile e spinoso. Gli antichi lo hanno affrontato in modi diversi e spesso contrastan­ti. C’era chi, come gli ateniesi del tempo di Pericle, esaltava le proprie radici e negava agli stranieri il diritto di cittadinan­za. I romani, invece, attraverso una lunga storia, arrivano, con Caracalla, a concedere la cittadinan­za a tutti i sudditi dell’impero, a prescinder­e dalla loro origine etnica», precisa Ieranò.

Attraverso queste diverse prospettiv­e Bettini racconterà come i problemi affrontati dagli antichi ci riguardino direttamen­te. «E come, davanti a questioni come quella delle migrazioni di massa, anche noi ci troviamo, senza saperlo, a replicare schemi di pensiero e di comportame­nto antichissi­mi».

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