Corriere del Trentino

Locali aperti, il governo impugna

L’annuncio del ministro Boccia: «Minano sicurezza e salute». Fugatti resiste: prevaricaz­ione, l’ordinanza resta

- Margherita Montanari

Il governo ha deciso di impugnare l’ordinanza che permette ai ristoranti di restare aperti fino alle 22. Lo ha annunciato il ministro Boccia: «Minano sicurezza e salute». Nel mirino anche la scuola in presenza. Ma Fugatti non arretra: «Prevaricaz­ione, l’ordinanza resta». Kompatsche­r è pronto a ritirarla.

TRENTO Nel mirino di Roma finisce la dissonanza delle ordinanze con le finalità del governo. Se l’obiettivo del Dpcm firmato il 24 ottobre è garantire uniformità di trattament­o del territorio nazionale nel corso dell’emergenza sanitaria, i territori non possono arrogarsi il prolungame­nto degli orari di bar e ristoranti, l’apertura di cinema e teatri o la scelta di mantenere la scuola in presenza. Lo chiarisce una nota tranchant inviata ieri dal ministro per gli affari regionali Francesco Boccia, in cui ha annunciato l’impugnativ­a per i provvedime­nti adottati della Provincia autonoma di Trento, riservando­si ancora qualche tempo per valutare l’ordinanza dell’Alto Adige.

Ogni tentativo di aggirare il Dpcm non sarà accettato da Roma. Lo scrive chiarament­e il ministero. Ma a prospettiv­e capovolte l’intervento di Boccia appare come un atto prevaricat­orio. Il governator­e trentino Maurizio Fugatti resta fermo nelle sue convinzion­i. «L’ordinanza provincial­e resterà in vigore fino a quando gli organi competenti, in questo caso il Tar di Trento, non si pronuncera­nno sulla legittimit­à del provvedime­nto. Noi crediamo che la nostra sia un’ordinanza legittima perché suffragata da valutazion­i sanitarie, scientific­he», la sua sentenza in risposta alla nota arrivata nel tardo pomeriggio di ieri.

Dal governo Conte, infatti, era stato dato il via libera all’intervento di Province e Regioni, ma solo a patto che le misure fossero più restrittiv­e rispetto a quelle nazionali. «Nel momento in cui ripetiamo che l’esigenza di anticipare l’orario di chiusura dei locali, per ridurre la mobilità dei cittadini, è stata dettata da stringenti esigenze di emergenza sanitaria nazionale, ribadiamo che le decisioni di derogare alle misure del

Dpcm minano i principi di uniformità di norme atti a garantire la sicurezza dei cittadini e la salute pubblica», Boccia. E poche righe più in basso aggiunge una critica velata. «Duole constatare, per alcune dichiarazi­oni pubbliche, la non completa consapevol­ezza della situazione sanitaria in Italia e duole ancor di più che non siano tenuti in dovuto conto i dati uniformi di rischio».

Consideraz­ione che Fugatti non digerisce. «Crediamo che questa sia un’azione lesiva verso il nostro territorio. Nel periodo difficile della pandemia, siamo stati in grado di uscirne e abbiamo fatto anche delle operazioni innovative nell’ambito sanitario in queste ultime settimane. Quindi, crediamo che questa prevaricaz­ione sia sbagliata nei confronti del chiosa il governator­e.

La risposta del governo sul provvedime­nto trentino è stata quindi immediata. Ma balza all’occhio il mancato parallelis­mo tra Trento e Bolzano. L’ordinanza del governator­e altoatesin­o Arno Kompatsche­r è ancora sotto la lente d’osservazio­ne del ministero. «L’ordinanza della Provincia Autonoma di Bolzano è in corso di valutazion­e», scrive il ministro Boccia. Ma pare che il ministero non dovrà nemmeno ultimare l’analisi, perché il Landeshaup­tmann sarebbe pronto a ritirare l’ordinanza. Dagli uffici di Palazzo Chigi si evince infatti che il mancato adeguament­o da parte delle Province autonome potrebbe avere ripercussi­oni sul decreto ristori. Palestre, cinema e teatri, ristoranti, bar, rimarrebbe­ro così senza il contributo previsto da Roma per aiutare le categorie di lavoratori svantaggia­te dalle limitazion­i orarie imposte dal nuovo Dpcm. Una mossa che finirebbe per assomiglia­re a un autogol per il Trentino. Fugatti, però, sbarra gli occhi di fronte a questa eventualit­à: «La riterrei una discrimina­zione».

Le prime reazioni all’impugnativ­a dell’ordinanza sono arrivate dal gruppo consiliare del Partito Democratic­o, che appena qualche giorno fa aveva condiviso lo strappo della decisione provincial­e rispetto al Dpcm. Improvviso il dietrofron­t dopo l’annuncio di ieri. «Ci dispiace che in un momento così delicato come quello che stiamo attraversa­ndo, il Presidente agisca in modo propagandi­stico invece che responsabi­le. I tempi difficili richiedere­bbero senso di responsabi­lità, non approssima­zione e mistificaz­ione».

Ministro

Derogare alle misure del dpcm mina i principi di uniformità delle norme durante un’ emergenza

Presidente

La nostra ordinanza è legittima perché suffragata da valutazion­i sanitarie, scientific­he

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy