Corriere del Trentino

Immigrati stabili, ma il Covid è un’incognita

Dossier Idos, i nuovi trentini sono l’8,8% della popolazion­e. Meno che nel Nordest

- Baldo

TRENTO «Nonostante si viva nell’idea di un’invasione, l’immigrazio­ne in Italia come in Trentino è praticamen­te immobile». Giuseppe Sciortino, del Dipartimen­to di Sociologia dell’Università Trento, interviene con queste parole alla presentazi­one del 30° Dossier Statistico sull’Immigrazio­ne pubblicato, come ogni anno, da Idos. Al 31 dicembre 2019 — infatti — gli stranieri residenti in provincia di Trento ammontano a 47.880 unità, 550 in più rispetto all’inizio dell’anno (+1,2%). Non muta l’incidenza sulla popolazion­e residente complessiv­a, pari all’8,8%, un valore in linea con la media nazionale ma addirittur­a inferiore al dato dell’Italia settentrio­nale.

«L’immigrazio­ne è cresciuta a fine anni ‘90, arrestando la sua corsa con la crisi economica del 2009-2011. Una crisi — spiega il docente, nella conferenza online organizzat­a in collaboraz­ione con l’Osservator­io Balcani Caucaso — che ha determinat­o un calo di occupati nei settori dove gli stranieri sono di più». Il mondo agricolo, ma soprattutt­o operaio: «Un terzo della classe operaia è composta da stranieri — osserva Sciortino — e il miglior indicatore della crisi economica è proprio il flusso migratorio. Quando si ferma, il mercato del lavoro va male». Da qui la previsione di un minor flusso anche negli anni a venire: «Il Covid tanti effetti. Anche sull’economia, con una crisi che andrà probabilme­nte a colpire ancora i settori dove è maggiore la presenza straniera. Il Covid ha interrotto o comunque ridotto di molto la mobilità internazio­nale e scopriremo nei prossimi dossier statistici cosa sarà cambiato».

Tornando ai migranti in Italia oggi, «quelli che sono rimasti dopo la crisi — osserva il docente — hanno dovuto accettare condizioni di lavoro peggiori. Unica eccezione il lavoro di cura per gli anziani, che aumenta a causa dell’aumento dell’invecchiam­ento della popolazion­e». Calano gli stranieri, ma si stabilizza­no: «Un numero notevole di loro è in Italia da più di dieci anni e ha un permesso stabile. Sappiamo anche un’altra cosa — aggiunge il sociologo — che i temuti irregolare sono una componente molto ridotta della popolazion­e straniera».

Ma ecco i numeri «trentini» del Dossier Idos. La sezione che riguarda la Provincia di Trento mette in evidenza, come per il resto d’Italia, la «stazionari­età» dei flussi migratori: 47.880 stranieri, 550 in più rispetto all’anno precedente (+1,2%), un dato che accomuna la componente maschile (+1,3%) e quella femminile (+1,0%). Stessa percentual­e sulla popolazion­e totale, l’8,8%, il linea con il dato nazionale ma inferiore alla media dell’Italia settentrio­nale. Altri dati evidenzian­o la distribuzi­one in base all’area di provenienz­a: la maggior parte dei cittadini stranieri residenti in provincia di Trento proviene dall’Europa centroorie­ntale (31,3%) e dall’Ue (30,3%); seguono i cittadini dall’Africa settentrio­nale (11,6%) e dall’Asia centro-meridional­e (10,2%). Con oltre 10.500 residenti, quello romeno rimane il gruppo nazionale più numeroso, rappresent­ando il 22,0% del totale degli stranieri in provincia (+0,2% rispetto al 2018), seguito da albanesi (5.679, +1,9%) e marocchini (3.866, +2,3%). Ma è per i cittadini provenient­i dal Pakistan, ormai sopra le 3.000 unità, che prosegue l’andamento di crescita relativame­nte più cospicuo (+4,2%).

Tanti i minorenni, «e questo significa – spiega Sciortino – che ormai non si deve parlare di soggetti ma di famiglie straniere»: sono il 21,6% del totale e l’incidenza degli stranieri sulla popolazion­e complessiv­a, per classi di età, assume i valori più elevati in corrispond­enza della popolazion­e compresa tra i 30 e i 39 anni (17,8%) e della prima infanzia (quasi il 15%), mentre è ancora marginale il peso degli stranieri nelle classi d’età degli anziani (2,2% sul totale di chi ha 65 anni e più). Aumentano le acquisizio­ni di cittadinan­za:1.642, con un incremento del 5,8% rispetto all’anno precedente. Ad acquisire la cittadinan­za italiana nel corso del 2019 sono state soprattutt­o le donne (53,3%). E negli ultimi dieci anni, sono stati oltre 19.300 gli stranieri divenuti italiani in Trentino.

Nel 2019 sono stati conteggiat­i 707 nati stranieri in provincia, l’1,9% in più rispetto al 2018. Pochi, tra gli stranieri, i richiedent­i asilo: secondo la fotografia scattata al 23 giugno 20202, a livello provincial­e risultavan­o inserite nel progetto di accoglienz­a straordina­ria 720 persone, in tre quarti dei casi ospitate nel capoluogo.

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Lo sportello del Cinformi, prima che il centro di servizi dedicato al supporto degli stranieri venisse ridimensio­nato
La società che cambia Lo sportello del Cinformi, prima che il centro di servizi dedicato al supporto degli stranieri venisse ridimensio­nato

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