Ascensore obliquo, si accelera Ogni ora ci saranno 12 corse
TRENTO È stata una delle opere sulle quali più ci si è concentrati nell’ultimo scampolo del mandato del sindaco Alessandro Andreatta. Anche se a ben vedere la storia del collegamento tra la città e la collina est è molto più antica: fin dagli anni Novanta, infatti, il sogno di una mobilità alternativa per salire fino a Mesiano aveva solleticato politici e amministratori cittadini. Tanto da portare nel 2005 all’idea del «Povo express» di Willy Husler e, nel 2011, alla prospettiva di scale mobili.
Oggi, a più di vent’anni dai primi progetti, la modalità è definita: si parla di un ascensore inclinato. Di più: l’opera ha già superato i primi step comunali (compreso il finanziamento di tre milioni). E ora si prepara al vaglio della valutazione di impatto provinciale. La documentazione completa è stata inviata agli uffici di Piazza Dante dall’amministrazione di Palazzo Thun a fine ottobre e la procedura è stata avviata il 22 ottobre, aprendo di fatto la fase delle osservazioni, che terminerà il 13 dicembre.
Sul tavolo del servizio provinciale è arrivato un faldone corposo, con tutte le relazioni tecniche e le cartografie dell’intervento. Che spiegano innanzitutto la scelta: scartate le scale mobili «per la difficoltà di sbarrieramento» e le funivie ad ammorsamento automatico «per i costi», si è optato appunto per l’ascensore inclinato.
Un collegamento di 160 metri (e 76 metri di dislivello) tra la zona del Galilei (viale Bolognini per la precisione) e la facoltà di Ingegneria, da attuare con un sistema a cabina unica senza conducente, completato con due stazioni — a valle e a monte — «di dimensioni ridotte e poco impattanti dal punto di vista architettonico» si legge nella relazione tecnica. Secondo i piani del Comune si prevede l’utilizzo di cabine con una capienza di 40 persone, lasciando la possibilità anche di trasportare biciclette (visto che l’ascensore sarà collegato alla ciclabile che in futuro arriverà fino in Valsugana). La velocità di percorrenza della cabina sarà di due metri al secondo sulle tratte a pendenza costante e di 1,6 metri al secondo nei tratti di raccordo verticale: per superare i 160 metri di dislivello, dunque, dovrebbero bastare 80 secondi, ai quali andranno aggiunti i tempi tecnici di allontanamento e avvicinamento alle stazioni e di salita e discesa dei passeggeri. In definitiva, serviranno 5 minuti per partire dalla stazione di valle e tornarci, con una portata oraria massima di circa 480 persone per direzione, considerando 12 corse orarie (salita più discesa). Per realizzare l’ascensore, spiega Palazzo Thun, serviranno 420 giorni di cantiere. E poi? Il sistema sarà gestito da Trentino trasporti, «senza alcun onere a carico del Comune».