Corriere del Trentino

Abuso d’ufficio, cade l’accusa per l’ex sindaca e i consiglier­i

- Margherita Montanari

Il fatto non costituisc­e reato. È un ragionamen­to in punta di diritto quello che ha portato durante il dibattimen­to di ieri i giudici Giuseppe Serao, Greta Mancini e Elena Farhat a pronunciar­e la sentenza di prosciogli­mento dell’ex sindaca di Albiano, Mariangela Odorizzi, e del consiglio comunale che guidava. I nove ex amministra­tori erano accusati di abuso d’ufficio dal 2017. L’accusa è decaduta per ragioni argomentat­e dalla difesa. «La riforma del reato di abuso di ufficio ha ristretto il campo di applicazio­ne — ricorda l’avvocato Alessandro Melchionda — Quindi ad oggi i fatti ipotizzati come accusa non sarebbero più penalmente rilevanti». Il processo, quindi, non è neppure iniziato.

La questione si lega al tema della durata delle concession­i per le cave di porfido. Nel 2011, il Comune di Albiano (allora amministra­to dalla sindaca Mariagrazi­a Odorizzi e dai consiglier­i Bertuzzi Rosario, Filippi Patrizia, Odorizzi Fulvia, Gilli Mariano, Pisetta Luca, Odorizzi Franco, Paoli Marica e Crestani Mauro) aveva approvato una deroga alla legge provincial­e del 2006 che disciplina l’attività estrattiva. Legge che all’articolo 33 prevedeva, in adeguament­o all’indicazion­e normativa della Commission­e Europea, che le concession­i non superasser­o la durata di 18 anni a decorrere dal 2008. Un principio su cui ha insistito la pm Claudia Colpani. Il Comune di Albiano aveva invece stabilito — con ben 20 delibere — una data diversa da quella indicata dalla legge provincial­e: cominciand­o a contare gli anni dal 2011, anziché dal 2008, la concession­e avrebbe potuto coprire un arco di 21 anni. Quanto fatto, però, alla luce della riforma non è più reato. L’accusa era sempre stata rigettata dalla squadra di amministra­tori. «Sono contenta che si sia conclusa questa vicenda. Rimango convinta delle decisioni prese e non ho nulla da rimprovera­rmi — ha dichiarato al termine del dibattimen­to l’ex sindaca Odorizzi — Siamo stati forse il comune che ha fatto le valutazion­i più approfondi­te prima di arrivare a deliberare. Abbiamo agito sulla base di pareri forniti da professori universita­ri, elaborati su valutazion­i approfondi­te. E se guardiamo alla situazione attuale c’è una sola cava che arriverebb­e ai 18 anni. Sono convinta di come ci siamo mossi, lo rifarei». Dovranno passare i 90 giorni per il deposito delle motivazion­i. Poi verrà valutato il margine per eventuali ricorsi.

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