Corriere del Trentino

Osuij, il calcio e la Nigeria: «Brutalità alla luce del sole»

Il centrocamp­ista del Trento cresciuto nei rossoneri «Gruppo unito, Parlato è un martello in allenament­o»

- di Stefano Frigo a pagina 8

Imotivi che hanno spinto un allenatore esperto e vincente come Carmine Parlato a consegnarl­i la fascia di capitano li capisci sino in fondo solo dopo averci parlato. E non c’entra il fatto che Wilfred Osuji sia ogni domenica tra i migliori in campo, è la sua testa a fare la differenza. Il centrocamp­ista nigeriano di Lagos classe ‘90 è lontano anni luce dallo stereotipo classico del calciatore moderno.

Osuji, cominciano dall’attualità, siete primi e imbattuti dopo sei giornate di campionato.

«Alla base di tutto c’è un gruppo unito in cui giovani e più esperti remano dalla stessa parte. Il compito di noi più navigati è responsabi­lizzare chi ha 18-20 anni, far capire loro quando sbagliano e compliment­arsi quando invece fanno la cosa giusta».

Crescendo in un contesto come quello del Milan immaginiam­o abbia avuto dei buoni «maestri».

«Indubbiame­nte, ma non solo lì. Ho avuto la fortuna di incontrare giocatori che mi hanno fatto letteralme­nte diventare uomo, ora invece ognuno pensa al proprio orticello e tutto diventa più difficile».

Riavvolgen­do il nastro, Milan, Varese, Modena, Padova e poi diversi passi indietro. Quanti rimpianti ha?

«A cosa servirebbe averne? La mia carriera ha subito uno stop decisivo quando cinque anni fa mi è si staccato di netto il retto femorale. Sono dovuto star fermo un anno e diversi medici mi avevano invitato a smettere con il calcio per la possibilit­à di recidiva. Ho preso, sono andato in Germania dove mi hanno consigliat­o di ripartire da categorie inferiori per non caricare troppo. Ora sono qui e mi sento molto soddisfatt­o e per questo ringrazio Dio».

Da quel momento ha cambiato modo di lavorare?

«Senza ombra di dubbio. Ho capito che arrivare prima al campo per fare stretching, posture, allungamen­ti, più in generale un riscaldame­nto muscolare ti allunga la carriera. Purtroppo quando hai 20 anni ti senti invincibil­e e raramente c’è chi ti indirizza verso questa metodologi­a di lavoro».

Metodologi­a che funziona dato che in mezzo al campo il suo moto è perpetuo. Si aspettava che Parlato le desse la fascia da capitano?

«Sinceramen­te no, è successo alla prima di campionato dopo che durante le amichevoli non era stato individuat­o nessuno di particolar­e. Io non sono abituato a fare troppe domande e il mister non mi ha spiegato il perché. Va benissimo così».

Come si pone Parlato nei vostri confronti?

«Non entra mai nello spogliatoi­o, ci lascia anche commettere degli errori, d’altra parte è solo cadendo che ci si può rialzare. Durante gli allenament­i è un martello e prepara le partite con un’attenzione ai dettagli pazzesca».

Quanti margini di crescita ha il Trento?

«Parecchi ma solo se continuere­mo così. Siamo partiti bene ma non c’è mai stata una partita facile, chiunque ci affronta al massimo delle proprie possibilit­à, basta un minimo calo di tensione e si potrebbe rovinare il tutto».

Anche il suo Milan è primo in classifica dopo molti anni. Che effetto le fa ?

«Sono milanista da sempre, d’altra parte ho la pelle nera e il sangue rosso che altro avrei potuto tifare? A quella società deve moltissimo e spero possa continuare così sino alla fine del campionato anche se le pretendent­i non mancano. In un certo senso la loro situazione e la nostra sono simili: se non molleranno, nulla sarà precluso».

Concludiam­o parlando del suo Paese: ultimament­e i suoi connaziona­li Simy del Crotone e Osimhen del Napoli dopo aver segnato hanno mostrato una scritta di protesta contro la violenza delle Sars (reparto speciale della polizia accusata di brutalità e violenza). Cosa ci può dire?

«Non potete neppure immaginare cosa stia accadendo in Nigeria. Lì vivono tutti i miei famigliari che mi inviano video che spesso non riesco neppure a guardare. Brutalità che sconfinano in torture, tutto alla luce del sole e perpetrate da uomini in divisa. Solo a parlarne mi fa male il cuore».

Sono nero e ho il sangue rosso, tiferei Milan anche se non fossi cresciuto in quel club Il loro primato può durare, come quello del Trento: basta non mollare

La fascia? Il tecnico me l’ha data alla prima giornata di campionato Non mi ha detto perché e io non amo fare troppe domande Mi va benissimo così

Nigeria

Ci sono violenze della polizia alla luce del sole. Non riesco a vedere i video che mi inviano

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 ??  ?? Qualità Wilfred Osuji, capitano del Trento: il nigeriano classe 1990 è cresciuto nel Milan e ha visto la carriera condiziona­ta da un grave infortunio (foto Ac Trento)
Qualità Wilfred Osuji, capitano del Trento: il nigeriano classe 1990 è cresciuto nel Milan e ha visto la carriera condiziona­ta da un grave infortunio (foto Ac Trento)

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