Corriere del Trentino

Bar e ristoranti, Fugatti sfida Roma «Si va avanti»

Operatori preoccupat­i: adeguiamoc­i agli altri

- Dongilli

Per ora non si cambia. Il governator­e Maurizio Fugatti, no- nostante l’ordinanza impugna- ta dal governo, non intende allinearsi agli orari di bar e risto- ranti decisi dal dpcm di Conte. «Faremo una valutazion­e lune- dì». E aspettano novità, e magari ulteriori strette da Roma, anche i ristorator­i e i baristi:«Ci si adegui, siamo preoccupat­i».

Peterlana: non avremo gli indennizzi come gli altri Fontanari: clienti giù del 60%, adeguiamoc­i a Roma

TRENTO Un weekend di attesa, con il fiato sospeso, quello in atto per i ristorator­i e i baristi trentini. Il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, dopo che il governo ha impugnato l’ordinanza con cui Trento aveva esteso l’orario di apertura dei locali, ha preso tempo. E così anche i ristorator­i e i baristi, pronti a scendere in piazza, per ottenere un adeguament­o della normativa a quella nazionale anche per non perdere gli aiuti statali, sospendono ogni azione. Sullo sfondo un nuovo dpcm, ancora più duro, che il premier Conte potrebbe annunciare già domani. E che renderebbe superata l’intera querelle. Intanto si mantiene intenso il ritmo di crescita della curva, con 222 positivi registrati ieri. E il governator­e trentino ha stretto un patto con i colleghi dell’Euregio per scambiarsi materiali e posti eventuali in terapia intensiva.

I locali

La posizione ufficiale di Piazza Dante, sul fronte dell’estensione di orario concessa a bar e ristoranti non è cambiata. «L’impugnativ­a non ci è ancora arrivata, ma sappiamo che c’è. Bar e ristoranti in questo weekend restano aperti rispettiva­mente fino alle 20 e alle 22, lunedì faremo le valutazion­i conseguent­i». Valutazion­i su cui andranno quindi a pesare il numero dei contagi e soprattutt­o le evenutali nuove strette romane. Tradotto: se Conte disponesse la chiusura di tutti i locali di sera la questione trentina verrebbe ampiamente a cadere e anche la Provincia si adeguerebb­e senza dover fare passi indietro. Nessun rischio per Fugatti sul fronte degli aiuti previsti dal decreto: «Il testo del decreto prevede che arrivino a tutti i territori: che qualcuno faccia un emendament­o per escludere il Trentino mi pare difficile».

Ma i ristorator­i la vedono un po’ diversamen­te: «Da Roma — spiega Massimilia­no Peterlana, presidente di Fiepet Confeserce­nti — abbiamo saputo che saremo conteggiat­i in modo diverso». L’idea di una parte dei ristorator­i e dei titolari di bar era quella di auto mettersi in lockdown, anche a fronte del calo dal 50 al 80 per cento dei clienti. Ma alla luce della decisione della giunta di riprendere in mano la questione lunedì anche i ristoranti e i bar preferisco­no terminare il weekend: «Siamo tutti molto preoccupat­i, ma abbiamo deciso di rivederci lunedì». Anche Marco Fontanari, presidente dell’Associazio­ne ristorator­i del Trentino, aderente a Confcommer­cio, seppure felice «che la decisione non sia stata presa da mattina a sera e che ci si lasci finire questo weekend festivo» ammette di essere favorevole a un allineamen­to al dpcm: alla base «l’andamento della frequentaz­ione dei locali e il paracadute del decreto ristoro. Di certo — prosegue — non siamo per una chiusura totale, la deciderà il governo o gli organi deputati». Fontanari non teme di perdere gli aiuti statali perché «perdite di fatturato dovute al dpcm del 26 e del 24 ottobre le abbiamo avute anche noi». Allarme arriva anche dall’associazio­ne artigiani: «Il decreto così come previsto non andrà a sostenere tutte le imprese e le aziende del settore. È molto grave — annuncia il presidente Marco Segatta — A livello nazionale più di 100.000 imprese del settore della ristorazio­ne sono inspiegabi­lmente escluse dagli indennizzi. Basti pensare a chi svolge l’attività senza somministr­azione: gelaterie, gastronomi­e, rosticceri­e, piadinerie, pizzerie al taglio».

Il bollettino

E i numeri continuano a preoccupar­e: ieri si sono registrati 222 nuovi casi su i 2.861 tamponi, i ricoveri toccano quota 127 mentre restano a 9 le terapie intensive; l’Rt è a 1,56, due i decessi, uno in Rsa e uno in ospedale. Sempre alto il numero degli over 70 positivi (45,

Benetollo Indice di Rt a 1,56? Ma le nostre terapie intensive sono ai livelli migliori di tutta Italia: merito anche del lavoro svolto dai sanitari in ospedale e sul territorio

quasi un quarto) e 27 tra gli under 18, che portano così le classi in quarantena a 159.

Tamponi veloci

Si allarga, grazie all’accordo sottoscrit­to ieri con Federfama e le farmacie comunali, il perimetro delle farmacie che potranno eseguire i test rapidi: da lunedì ce ne saranno altre 3.«Ma l’auspicio è che il numero cresca» ha aggiunto Pierpaolo Benetollo, direttore dell’Azienda Sanitaria. «Sempre da lunedì — ha precisato l’assessora Stefania Segnana — per fare il tampone in farmacia si potrà chiedere al proprio medico di base o pediatra che potrà prescriver­lo tramite ricetta dematerial­izzata direttamen­te in farmacia». Laddove non ci fossero infermieri per eseguire il tampone lo potrà fare il farmacista, «dopo un corso ad hoc previsto dal protocollo sottoscrit­to oggi». «Le farmacie riescono — ha continuato l’assessore — a eseguire 40 test ogni due ore». Test rapidi si potranno fare, secondo un altro accodo raggiunto dalla Provincia con i medici, anche presso gli ambulatori.

Il sistema sanitario

Zone rosse I Comuni di Malles, Sarentino, Racines, Campo di Trens e Laives sono chiusi

E buone notizie arrivano anche dal fronte delle terapie intensive, per le quali il Trentino «registra i dati migliori di Italia con 1,1 pazienti su 100.000 abitanti. Segnale, che ho voluto condivider­e oggi con tutto il personale — ha continuato Benetollo — del buon lavoro fatto, , da tutto il sistema. Ci aspettiamo che i numeri salgano, ma siamo organizzat­i». Dopo la riapertura delle sezioni Covid a Trento, Cles, e Tione «lunedì’ faremo di nuovo il punto e valuteremo se necessario aprire altre sezioni». Proseguono le visite e gli interventi chirurgici, a volte «spostati sempliceme­nte da un ospedale all’altro se necessario». Benetollo ha ribadito «l’assoluzion­e» della scuola: «Il contagio non avviene a scuola, ma anche alle superiori è maggiore tra coloro che fanno sport o altre attività». E ha confermato la semplifica­zione del pre-triage: niente più tendoni esterni, «anche vista la stagione e per evitare assembrame­nti». Mentre chiama a raccolta tutti i medici, gli oss e gli infermieri che volessero «dare la disponibil­ità a lavorare con noi».

Nel mirino Adesso siamo sotto osservazio­ne, serve uno sforzo di tutti per evitare la chiusura

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy