Autobus affollati, i privati alla Provincia «I pullman ci sono»
«Pullman privati disponibili per integrare il trasporto pubblico ce ne sono ancora — spiega Roberto Santoni della SarcaTour, una delle ditte di autonoleggio presenti in Trentino — ma non servono». Non servono nel senso che per come sono stati predisposti i piani logistici della Provincia, sugli orari di ingresso e di uscita degli studenti delle superiori, le linee sono complete. La risposta al numero di utenza — considerando anche l’aumento di 50 mezzi dalla prossima settimana — è sufficiente. Ma gli assembramenti di studenti ci sono ancora. «Molto è stato fatto — ammette Santoni — soprattutto sull’extraurbano, ma la criticità è quella del servizio urbano che per i privati è impossibile da integrare». I pullman gran turismo, infatti, non riescono a transitare agilmente per le vie del centro cittadino: «Avevamo proposto alcune idee alla Provincia — e qui Santoni parla come componente del direttivo della sezione autonoleggiatori degli Artigiani — qualcuna considerata, altre no. Si poteva affidare il trasporto extraurbano ai privati, così da permettere a Trentino Trasporti di concentrarsi sul servizio urbano», aumentando i mezzi e potenziando le linee cittadine dove, anche in questi giorni, si riscontrano assembramenti. «Avevamo proposto anche l’idea dello scuolabus per le superiori ma è stata scartata. Ne avevamo parlato con l’assessore Mirko Bisesti: con i nostri mezzi, come per elementari e medie, posso partire ad esempio da Riva e caricare solo gli studenti del Tambosi e del Buonarroti, aspettandoli all’uscita. Andava riorganizzato tutto, ma partendo per tempo si poteva farcela. Eravamo disposti a organizzare il trasporto, anche perché sono anni che organizziamo la logistica degli scuolabus». Il no, più che per ragioni organizzative, sembra sia arrivato per motivi economici: «Ci hanno detto che non ci sono soldi».
«Molti mezzi — conferma Paolo Maffei, che degli autonoleggiatori è il presidente — sono fermi anche perché i percorsi in cui ne viene chiesto l’utilizzo sono concentrati su orari limitati, 7-8 e 12.3013.30». Se l’organizzazione scolastica avesse considerato ingressi scaglionati, i privati avrebbero potuto intervenire maggiormente, evitando anche il collo di bottiglia degli assembramenti alle fermate: «Tutto si poteva fare — spiega Maffei — poteva essere una soluzione anche lo scuolabus prendendosi per tempo». Ma anche il presidente degli Autonoleggiatori pone la questione economica: «Se ci fossero soldi, il problema sarebbe risolto».
Difende l’operato della Provincia Lorenzo Laner, presidente del Consorzio Trentino Autonoleggiatori: «La Provincia fa un lavoro eccellente, sta dando il massimo». E Laner risponde anche a quegli autonoleggiatori — i più piccoli — che affermano di non riuscire a coprire nemmeno i costi con i 3 euro al chilometro dell’accordo Pat-Cta: «Che il servizio non sia strapagato è vero, ma non si dica che questo ci porta al fallimento». E difende l’operato della Provincia, e il lavoro degli ultimi mesi dei suoi uffici, il dirigente dell’Unità strategica mobilità Roberto Andreatta: «La Provincia ha agito secondo diversi step temporali ed organizzativi in relazione alle regole che venivano dallo Stato prima, e poi regole date con ordinanza provinciale ai fini di auto limitare i carichi. La soluzione “scuolabus” per gli studenti delle scuole superiori non è realizzabile: basti pensare ai numeri, 24.000 studenti di cui 17.000 provenienti dalla periferia rispetto ai quali servirebbero, anche immaginando che la metà di questi sia servita dai mezzi di linea, circa 600 mezzi, con capacità almeno fino a 20 posti, e naturalmente ulteriori a quelli che le imprese private già impiegano nel trasporto scolastico del ciclo primario».
Santoni Avevamo proposto anche l’idea dello scuolabus per le superiori