Sait: faccia a faccia Marzari-Dalpalù tra piccoli negozi, prodotti locali, online
Riflessioni di contenuto si alternano a considerazioni puramente politiche. D’altronde, il tête-à-tête tra Aldo Marzari e Renato Dalpalù non è un’ordinaria sfida per ereditare da Roberto Simoni la presidenza di Sait. In gioco c’è la visione che il consorzio del consumo trentino adotterà nei prossimi anni. Visioni e strategie per una fetta importante di cooperative.
A meno di due settimane dall’assemblea dei soci che eleggerà il successore di Simoni, Renato Dalpalù (candidato «battezzato» dal cda) e Aldo Marzari, suo sfidante, presentano i rispettivi programmi.
TRENTO Aldo Marzari, candidato alla presidenza di Sait, un atto di coraggio sfidare Renato Dalpalù su un terreno in cui l’ex presidente ha lavorato per oltre 10 anni?
«Se guardiamo all’esperienza specifica nell’amministrazione di Sait, l’ex Presidente ha più carte da giocarsi. Io sono un presidente di famiglia cooperativa, faccio parte del consumo da una vita («Fin da bocia», ndr). Ma nel frattempo ho maturato una sensibilità da amministratore pubblico, nel Comune di Folgaria, che può tornare utile al mondo della cooperazione».
La sua idea di consorzio si discosta da quella emersa nel corso delle passate gestioni?
«Negli ultimi anni è stata fortemente valorizzata la competenza manageriale. Condivido la gestione di Luca Picciarelli, impeccabile dal punto di vista economico: dal 2016 ha avviato una ristrutturazione che ha messo in ordine i conti di Sait, utile per molte coop. Tuttavia si è agito sacrificando il lavoro sul territorio, la comprensione della tipicità e la valorizzazione dei piccoli negozi: aspetti che ci differenziano dal privato. Voglio portare una visione diversa da quella a cui il consorzio del consumo è abituato»
Che cosa intende?
«Altri consorzi cercano al proprio interno un presidente. Nel consumo trentino, invece, si è maturata una tendenza a reperir e figure esterne. La mia candidatura potrebbe cambiare le cose, facendo uscire Sait da questa anomalia. Rimanere con lo sguardo fisso nello specchietto retrovisore è sbagliato: troviamo dentro di noi le risorse e andiamo avanti».
Un presidente di Famiglia Cooperativa alla guida di Sait sarebbe una novità.
«Amministrare il consorzio è un’opera più complessa della gestione di una Fc. Tuttavia, nei passati mandati la gestione è stata verticistica. Ne sono derivate fibrillazioni che hanno portato a deteriorare i rapporti del consorzio con alcune cooperative. Sait raggruppa 362 punti vendita, di cui circa 200 sono negozio unico. Una realtà variegata. Tutte le anime vanno tenute insieme. Negli ultimi anni 6 cooperative sono passate a Dao: mi impegnerò per recuperare le fuoriuscite ed evitare nuove perdite».
Lo sfidante
Negli anni passati gestione troppo verticistica. Riportiamo al centro le cooperative. I piccoli negozi? Presidio essenziale, da valorizzare.
Designato dal cda Perdita di vocazione sociale del consumo? Non sono d’accordo. In futuro lavoriamo sui territori e a stretto contatto con Coop Italia
Quali strategie per reggere l’impatto della grande distribuzione e degli acquisti online?
«La strategia è essere efficienti dove c’è un mercato ad alta redditività. Il Superstore di Trento deve essere competitivo per accrescere la redditività del consorzio, con vantaggi a catena sul resto delle cooperative. Sull’altro fronte c’è la strategicità dei piccoli negozi: svolgono il ruolo di servizi essenziali per i cittadini sui territori. In questo senso, il dialogo con le istituzioni è fondamentale, per farli diventare servizi di pubblico interesse».
Si sono concluse le prime riunioni comprensoriali con i presidenti delle coop. Quali sensazioni ha?
«Ho raccolto la conferma che se gli amministratori delle cooperative vengono coinvolti partecipano e portano valore . I consensi, per ora, mi sembrano a macchia di leopardo. In Valsugana la partita è aperta, in val di Fassa e Fiemme ho trovato amministratori meno disposti al confronto sui temi».