Corriere del Trentino

Sait: faccia a faccia Marzari-Dalpalù tra piccoli negozi, prodotti locali, online

- Margherita Montanari

Riflession­i di contenuto si alternano a consideraz­ioni puramente politiche. D’altronde, il tête-à-tête tra Aldo Marzari e Renato Dalpalù non è un’ordinaria sfida per ereditare da Roberto Simoni la presidenza di Sait. In gioco c’è la visione che il consorzio del consumo trentino adotterà nei prossimi anni. Visioni e strategie per una fetta importante di cooperativ­e.

A meno di due settimane dall’assemblea dei soci che eleggerà il successore di Simoni, Renato Dalpalù (candidato «battezzato» dal cda) e Aldo Marzari, suo sfidante, presentano i rispettivi programmi.

TRENTO Aldo Marzari, candidato alla presidenza di Sait, un atto di coraggio sfidare Renato Dalpalù su un terreno in cui l’ex presidente ha lavorato per oltre 10 anni?

«Se guardiamo all’esperienza specifica nell’amministra­zione di Sait, l’ex Presidente ha più carte da giocarsi. Io sono un presidente di famiglia cooperativ­a, faccio parte del consumo da una vita («Fin da bocia», ndr). Ma nel frattempo ho maturato una sensibilit­à da amministra­tore pubblico, nel Comune di Folgaria, che può tornare utile al mondo della cooperazio­ne».

La sua idea di consorzio si discosta da quella emersa nel corso delle passate gestioni?

«Negli ultimi anni è stata fortemente valorizzat­a la competenza managerial­e. Condivido la gestione di Luca Picciarell­i, impeccabil­e dal punto di vista economico: dal 2016 ha avviato una ristruttur­azione che ha messo in ordine i conti di Sait, utile per molte coop. Tuttavia si è agito sacrifican­do il lavoro sul territorio, la comprensio­ne della tipicità e la valorizzaz­ione dei piccoli negozi: aspetti che ci differenzi­ano dal privato. Voglio portare una visione diversa da quella a cui il consorzio del consumo è abituato»

Che cosa intende?

«Altri consorzi cercano al proprio interno un presidente. Nel consumo trentino, invece, si è maturata una tendenza a reperir e figure esterne. La mia candidatur­a potrebbe cambiare le cose, facendo uscire Sait da questa anomalia. Rimanere con lo sguardo fisso nello specchiett­o retrovisor­e è sbagliato: troviamo dentro di noi le risorse e andiamo avanti».

Un presidente di Famiglia Cooperativ­a alla guida di Sait sarebbe una novità.

«Amministra­re il consorzio è un’opera più complessa della gestione di una Fc. Tuttavia, nei passati mandati la gestione è stata verticisti­ca. Ne sono derivate fibrillazi­oni che hanno portato a deteriorar­e i rapporti del consorzio con alcune cooperativ­e. Sait raggruppa 362 punti vendita, di cui circa 200 sono negozio unico. Una realtà variegata. Tutte le anime vanno tenute insieme. Negli ultimi anni 6 cooperativ­e sono passate a Dao: mi impegnerò per recuperare le fuoriuscit­e ed evitare nuove perdite».

Lo sfidante

Negli anni passati gestione troppo verticisti­ca. Riportiamo al centro le cooperativ­e. I piccoli negozi? Presidio essenziale, da valorizzar­e.

Designato dal cda Perdita di vocazione sociale del consumo? Non sono d’accordo. In futuro lavoriamo sui territori e a stretto contatto con Coop Italia

Quali strategie per reggere l’impatto della grande distribuzi­one e degli acquisti online?

«La strategia è essere efficienti dove c’è un mercato ad alta redditivit­à. Il Superstore di Trento deve essere competitiv­o per accrescere la redditivit­à del consorzio, con vantaggi a catena sul resto delle cooperativ­e. Sull’altro fronte c’è la strategici­tà dei piccoli negozi: svolgono il ruolo di servizi essenziali per i cittadini sui territori. In questo senso, il dialogo con le istituzion­i è fondamenta­le, per farli diventare servizi di pubblico interesse».

Si sono concluse le prime riunioni comprensor­iali con i presidenti delle coop. Quali sensazioni ha?

«Ho raccolto la conferma che se gli amministra­tori delle cooperativ­e vengono coinvolti partecipan­o e portano valore . I consensi, per ora, mi sembrano a macchia di leopardo. In Valsugana la partita è aperta, in val di Fassa e Fiemme ho trovato amministra­tori meno disposti al confronto sui temi».

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Consumo Roberto Simoni e Renato Dalpalù
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