«Il Not rischia di nascere già vecchio»
Bypass, l’assessora Baggia assicura: «Siamo già al lavoro per riattivare il protocollo»
«Il Not è un’opera che serve alla città, ma rischia di nascere già vecchio». Lo sottolinea l’assessora comunale all’urbanistica Monica Baggia dopo la sentenza del Trga.
TRENTO Le questioni aperte si affastellano sulla scrivania. E, del resto, si tratta di partite che non possono essere accantonate facilmente: dal bypass che eliminerà la barriera creata dalla ferrovia(recuperando allo stesso tempo l’immagine del boulevard di Joan Busquets) fino alla riorganizzazione degli spazi militari in città, con il ripensamento delle aree di viale Verona oggi occupate dal distretto. Senza dimenticare la «corsa ad ostacoli» del Nuovo ospedale, il cui percorso accidentato non può lasciare indifferente l’amministrazione del capoluogo. «Sono temi che affronteremo» assicura l’assessora comunale all’urbanistica Monica Baggia. Che ha già iniziato a lavorare ad alcuni dei passaggi strategici («Con l’assessore Paolo Zanella ci siamo confrontati sul nodo del bypass ferroviario»). Pur nelle difficoltà del momento: «La pandemia — ammette Baggia — ha rallentato ogni cosa».
Eppure il dibattito sulla trasformazione cittadina non si ferma. O, nel caso del Not, sulla non-trasformazione: l’ennesimo capovolgimento della situazione (con il Trga che ha dato ragione a Pizzarotti)
ha allungato ulteriormente i tempi di un progetto il cui iter è già decennale. «Si tratta — conferma l’assessora — di un’opera che alla città serve. Ma che rischia di nascere vecchia. Un peccato». Anche se, prosegue Baggia, a livello urbanistico i ritardi non cambiano i piani: «La destinazione dell’area è quella».
Poco distante da via al Desert sono scomparsi gli edifici degli anni Trenta delle caserme Damiano Chiesa. Al loro posto sorgeranno le nuove palazzine che ospiteranno i militari dislocati oggi in varie parti della città, liberando entro il 2026 spazi importanti per il capoluogo. Tra questi, gli occhi sono puntati in particolare sulle aree del distretto militare di viale Verona, sulle quali già in passato si erano concentrate le attenzioni.
Spazi verdi, servizi a favore della comunità, strutture scolastiche: queste le funzioni più gettonate, mai formalizzate in un disegno concreto. «Ne parleremo» assicura Baggia. «Si tratterà di capire — aggiunge — anche come coordinarci con la Provincia».
E con la Provincia si lavorerà anche per gli interventi legati a una delle opere più importanti: la circonvallazione cittadina e dunque lo spostamento dei binari che oggi tagliano in due Trento. I cui tempi, secondo Filippo Degasperi (Onda), sarebbero lievitati, visto che il protocollo firmato lo scorso anno tra Provincia, Rfi e Comune fissavano a maggio il termine per la progettazione preliminare. «Proprio in questi giorni — detta l’agenda l’assessora — con Zanella abbiamo fatto il punto con i tecnici comunali per prendere in mano il protocollo e riattivarlo». Si va avanti dunque, «in una visione più ampia» che unisce urbanistica e mobilità, guardando anche all’altro tassello della partita: la realizzazione della dorsale nord-sud che collegherà i due estremi del capoluogo.