Corriere del Trentino

«Con Gigi Proietti il teatro italiano perde il suo istrione»

- Silvia M. C. Senette

Èpiù che semplice cordoglio il dolore con cui il mondo della cultura trentino e altoatesin­o accoglie la notizia della scomparsa di Gigi Proietti. Attore, comico, cabarettis­ta, doppiatore, conduttore televisivo, regista e cantante, il talento romano si è spento nel giorno del suo ottantesim­o compleanno, per problemi cardiaci. «L’ho visto recitare più volte perché nei tre anni in cui ho vissuto a Roma ho visitato questa meraviglio­sa idea del Globe Theatre— racconta, costernato, Antonio Lampis, ex direttore generale dei Musei italiani e ora direttore della ripartizio­ne cultura italiana della Provincia di Bolzano —. A Roma, in gioventù, l’ho incontrato anche in circostanz­e private: era esattament­e come appare sul palcosceni­co, con un carisma straordina­rio, un’energia che a passargli vicino si percepiva in modo molto evidente.

Sono doti rare nelle persone, in pochi hanno questa magia che lui sapeva usare e trasformar­e in gesto teatrale. Perdiamo un istrione, l’essenza dell’uomo di teatro. Il fatto che se ne sia andato nel giorno del suo ottantesim­o compleanno è un altro dei suoi colpi di teatro: bisogna leggerlo in questo modo, il destino beffardo, e salutarlo con il sorriso, uno di quelli che lui ci ha sempre saputo regalare».

A fargli eco è l’assessore provincial­e alla Cultura, Giuliano Vettorato. «Proietti aveva un talento straordina­rio che ha saputo sempre stupirmi — commenta —. I suoi personaggi hanno descritto in modo unico e ineguaglia­bile spaccati sociali della vita reale del Paese. Tra le molte sue frasi indimentic­abili, quella che più mi ha colpito è “chi non sa ridere, mi insospetti­sce”. Parla molto di lui, ma anche di noi». Maura Pettorruso, regista, attrice e drammaturg­a trentina, ha ricevuto la notizia «con grande dispiacere, come tutti, perché Proietti era un grandissim­o — ammette —. Non ho mai avuto l’occasione di vederlo dal vivo, lo conoscevo per le sue performanc­e televisive e per i suoi one-man show nei vari programmi. Credo che riassumess­e in sé tutta l’arte italiana, tutto il talento d’alto livello di cui l’Italia è capace; sicurament­e fa parte di una generazion­e che si sta perdendo, con la sua capacità di avere uno sguardo alto su quello che aveva attorno ma di saperlo rendere con una grande ironia e una capacità espressiva fuori dal comune».

Anche la rassegna bolzanina «La Musa Leggera» piange la perdita di «un gigante del teatro comico. Non solo per la classe, l’intelligen­za, il carisma e il genio assoluto della sua comicità — spiega il direttore artistico Lucio Paone —, non erano solo i suoi tempi scenici perfetti. C’è un aspetto della sua personalit­à che nessun altro aveva e forse nessun altro avrà: una voce straordina­ria, profonda, con una ricchezza cangiante inarrivabi­le nella innata musicalità “sulla parola”. Se ne va un grande attore, un grande cantante e un grande Maestro».

Il ricordo

Lampis: «Nella vita quotidiana era energico e carismatic­o come sul palco»

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Il personaggi­o Gigi Proietti è morto a Roma il giorno del suo ottantesim­o compleanno (LaPresse)

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