Trento tratta sulla scuola. Bolzano chiude
Lunga riunione con il governo. Fugatti insiste sulle lezioni in presenza. Intanto Kompatscher allarga i divieti
«Flessibilità territoriale» per le lezioni alle superiori: è quanto ha chiesto ieri il presidente Maurizio Fugatti al governo in vista della firma del nuovo Dpcm di Conte. Intanto l’Alto Adige chiude: lockdown anche a Bolzano.
La giornata è stata lunga, lunghissima. E con un’agenda fitta di incontri: alle 15.30, poi alle 17, infine alle 18.30. «Abbiamo finito solo ora» ha spiegato ieri sera, alle 20.30, il governatore Maurizio Fugatti al termine del confronto serrato tra Stato e Regioni sul nuovo Dpcm che, in queste ore, imporrà agli italiani una ulteriore stretta per provare ad arginare la diffusione del coronavirus.
La bozza del decreto, ieri, è stata «sezionata» in ogni parte. Con i governatori decisi a far sentire la propria voce in un passaggio che sarà delicatissimo, perché il Dpcm conterrà misure che varranno in tutto il Paese — come il diarancione scusso coprifuoco, che sarà dalle 22 alle 5 — e provvedimenti più severi che invece avranno valenza locale, a seconda dei livelli di contagio di ogni regione o provincia. Con i territori in situazione più grave destinati al lockdown: di fatto, come sta succedendo già ora in Alto Adige. «Noi — ha precisato subito Fugatti — non siamo in una situazione da lockdown: la nostra situazione è sostenibile e la terapia intensiva tiene. Bolzano sconta la vicinanza all’Austria: un po’ come era successo a noi a marzo con la vicinanza alla Lombardia». Difficile dire, già ora, quale sarà la zona dove sarà collocato il Trentino: se in zona verde (la meno grave), o rossa. «Possiamo presumere di essere nell’area verde — ha abbozzato il governatore — ma è presto». Anche perché, dopo la firma del Dpcm, sarà Roma a indicare la situazione di ogni territorio. «Abbiamo chiesto al ministro Roberto Speranza però — ha avvisato il presidente della Provincia — che prima di assegnare un territorio a una zona ci sia interlocuzione con il comitato tecnico scientifico». In sostanza, che la scelta non venga calata dall’alto. «Il posizionamento sarà frutto dell’analisi di una ventina di parametri» ha ricordato Fugatti, che al ministro ha chiesto che la valutazione tenga conto anche del numero di tamponi effettuati: «Noi andiamo a cercare i positivi e rischiamo di avere un grado di contagiosità più alto. Per questo chiediamo una ponderazione dell’Rt con i tamponi».
Ma gli sforzi del governatore, ieri, si sono concentrati soprattutto sull’obiettivo già anticipato alla vigilia dell’incontro: la possibilità di proseguire nella «via trentina» della scuola, con le lezioni in presenza anche alle superiori. «Siamo l’unico territorio che ancora lo chiede» ha allargato le braccia Fugatti. Che però ha tenuto fede agli annunci. E ha chiesto — facendolo inserire nel parere finale dei governatori al decreto — «di prevedere meccanismi di flessibilità
Cultura Sgarbi ha chiesto di poter tenere aperti i musei? Vedremo cosa si potrà fare. Sarebbe un peccato per Caravaggio
sui territori per le scuole superiori». «Per come è scritto, il testo questa volta lascia pochi spazi, ma noi insistiamo» ha ribadito il presidente della Provincia. Forte anche di un altro aspetto: «Manca ancora la garanzia sul meccanismo dei congedi parentali». E i trasporti? Le nuove regole prevedono, a livello nazionale, una capienza massima dei mezzi pubblici del 50%. «Ma la richiesta di flessibilità nella scuola porta con sé anche la possibilità di derogare ai limiti sui trasporti» ha aggiunto Fugatti. In sostanza, l’intenzione della Provincia è di poter continuare con la capienza attuale del 65%, agendo anche su un passaggio del Dpcm che
esclude dalla soglia del 50% il «trasporto scolastico dedicato». «Sapremo se le nostre richieste sono state accolte solo a Dpcm sottoscritto» ha chiarito il governatore, che ha rilanciato anche la richiesta di prevedere ristori veloci per le categorie economiche colpite. Infine un accenno alla chiusura dei musei. E all’appello del presidente del Mart Vittorio Sgarbi di tenerli aperti: «Vedremo come sarà scritto il Dpcm. Mi dicono che esiste una legge che considera i musei servizi essenziali. Certo, se si dovesse chiudere sarebbe veramente un peccato per la mostra su Caravaggio».