Corriere del Trentino

SOSTEGNO AI VINTI E RILANCIO

- di Paolo Costa

La coesione sociale con la quale abbiamo affrontato la pandemia da covid-19 al grido di «andrà tutto bene» si fondava sulla ragionevol­ezza dell’ipotesi che, abbattuta la velocità della circolazio­ne del virus con un periodo di lockdown , ci si potesse convivere con una strategia fatta di tanti tamponi, di tracciamen­ti tempestivi (con o senza Immuni) e di cure sempre più efficaci. Il tutto in attesa del vaccino che si annunciava imminente. Sostenuti per quanto possibile i redditi di famiglie e imprese nella fase di confinamen­to totale, nella fase di convivenza si sarebbero spostate le risorse pubbliche — generosame­nte finanziate a debito — dal «sostegno» al «rilancio». Un rilancio che per il nostro Paese si sarebbe dovuto configurar­e come l’occasione —irripetibi­le — di rottamare una economia in crisi di produttivi­tà da decenni per riposizion­arla su un nuovo sentiero di sviluppo sostenibil­e e competitiv­o. La piena sintonia con le politiche europee, monetaria e fiscale, per la prima volta entrambe espansive, e con quella di transizion­e struttural­e, verde e digitale, sottesa al lancio del fondo Next Generation Ue rendeva credibile anche questo più ambizioso obiettivo.

Sullo sfondo sarebbe rimasto il maggior debito pubblico da cominciare a ripagare per non ipotecare il futuro di figli e nipoti, ma di questo ci si sarebbe occupati a rilancio riavviato. «Tutto andava bene» fino a che la nuova ondata di contagi e la prospettiv­a che il vaccino non possa essere distribuit­o prima della fine del 2021 sono arrivate a gelare le nostre speranze. È evidente che ci aspetta una più lunga fase di convivenza caratteriz­zata da nuovi confinamen­ti temporanei e parziali (solo alcuni luoghi, solo alcune attività). Questo impone di ritarare urgentemen­te la strategia nella quale due problemi esigono di essere inquadrati, e possibilme­nte affrontati, immediatam­ente: prevenire le disuguagli­anze da Covid 19 per prevenire il disagio ed evitare lo scontro sociale e difendere il rilancio struttural­e per proteggere le future generazion­i. I lockdown selettivi per settori e luoghi creano vincitori e vinti perché non tutti li subiscono allo stesso modo. Urge mettere in campo un meccanismo automatico di contenimen­to solidale delle disuguagli­anze da Covid 19. Un meccanismo, necessaria­mente gestito dallo Stato, che deve contare sul finanziame­nto pubblico (da alimentare anche con le tasse fatte pagare ai vincitori) del sostegno pieno ai vinti senza colpa.

Sostegno ai colpiti dai lockdown selettivi che bruceranno risorse ingenti, che possono portarci ai limiti delle nostre capacità di indebitame­nto.

Occorre superare la tentazione di dedicare al sostegno anche le risorse previste per il rilancio. Senza rilancio struttural­e il nostro Paese ripiombere­bbe in quel declino che lo caratteriz­zava ben prima della pandemia.

I finanziame­nti europei — a fondo perduto o a prestito — del Next Generation EU vanno ferocement­e riservati agli investimen­ti di rilancio, quelli in infrastrut­ture economiche (digitali, energetich­e, idriche e di trasporto) innanzitut­to: ne va del futuro dell’Italia e delle generazion­i che già partono con il pesante fardello del debito pubblico sulle spalle. Fondi riservati al rilancio da spendere ancor più bene perché diventati ancor più preziosi: ma questo è problema già noto.

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