Un’impresa su tre investe nel green
Lo studio: in cinque anni in regione spesi 9,8 miliardi per il settore ecosostenibile
In Trentino-Alto Adige un’impresa su tre può considerarsi «green». Una vocazione sostenibile che negli ultimi cinque anni le Pmi in regione hanno rincorso. Tanto che gli investimenti in prodotti e tecnologie green ammontano a 9,8 miliardi. A dirlo è lo studio Greenitaly 2020, elaborato da Fondazione Symbola. Un rapporto che fa luce anche sul valore aggiunto apportato delle scelte ecosostenibili alle aziende nel delicato frangente della pandemia.
BOLZANO Il nuovo lockdown, unito alla delicata situazione sanitaria, continua a infierire su un’economia altoatesina, in larga parte export-oriented e in sofferenza a causa delle restrizioni alla mobilità internazionale. Un dato di fatto, ribadito anche dal presidente di Assoimprenditori, Federico Giudiceandrea, nell’ultima assemblea degli industriali dell’Alto Adige. Ragion per cui l’ente altoatesino Idm ha concentrato le azioni degli ultimi mesi, nel solco dell’iniziativa Restart Alto Adige, anche a vantaggio dell’internazionalizzazione delle attività altoatesine.
I finanziamenti di Idm durante l’emergenza Covid sono arrivati a coprire l’80% i costi sostenuti dalle imprese per riportare a crescere le cifre dell’export. Un’azienda che sceglie di partecipare a un evento fieristico, o di iscriversi a un workshop online volto a creare nuove occasioni di incontro tra imprese e clienti risparmia quindi un 15% sulla spesa che deve sostenere. Prima, infatti, la copertura oscillava tra il 50 e il 65%, a seconda della tipologia di evento.
Export in calo, contatti e viaggi di lavoro con l’estero in diminuzione. Tradotto: meno opportunità di vendita o espansione del business oltre i confini. «Le quote di esportazione nell’ultimo trimestre sono fortemente diminuite a causa del Coronavirus.E in questo momento la pandemia continua a rendere difficile alle aziende altoatesine l’ingresso in nuovi mercati», commenta Erwin Hinterregger, direttore generale di Idm. Le ripercussioni sull’attività delle aziende altoatesine in un’economia fortemente export-oriented come quella dell’Alto Adige non sono state lievi. «Senza l’industria dell’export, che è un forte pilastro dell’economia altoatesina con una quota significativa del Pil per il nostro territorio sarà difficile ripartire a pieno ritmo. È fondamentale investire in nuovi modi di esportare, e noi stiamo proprio puntando a questo», continua il direttore. Idm ha quindi aumentato i finanziamenti per i servizi all’export all’80%, aumentando del 15% l’aiuto dato alle imprese in questa congiuntura economica complessa.
Un aspetto della sofferenza è dovuto all’arrancare delle fiere, vetrina importante per le realtà imprenditoriali. L’autunno non ha portato a una reversione della pandemia. Tutt’altro: capisaldi dell’agenda fieristica altoatesina, tra cui Interpoma 2020, eccellenza mondiale per l’economia della mela, sono stati costretti alla versione digital ai tempi del Covid. «Circa la metà di tutte le fiere che avevamo in programma sono state cancellate e altri appuntamenti, come workshop ed eventi di matchmaking, non si sono potuti svolgere. È stato necessario quindi trovare il più velocemente possibile delle soluzioni alternative — spiega Vera Leonardelli, direttrice del dipartimento Business Development di Idm — In breve tempo abbiamo messo in piedi dei programmi sostitutivi e trasformato tutto quello che era possibile in un formato virtuale».
Modalità sperimentate già durante il primo lockdown. Per esempio, programmi sostitutivi in formato digitale come e-convention e workshop online , progetti di esportazione personalizzati (come gli Export Days, da cui sono nati circa 25 progetti) o il supporto per la partecipazione a fiere virtuali. «L’obiettivo è stato quello di consentire incontri di settore e l’acquisizione di clienti, attraverso nuove strade. Questi formati sono stati ben accolti. Durante i tre mesi di lockdown abbiamo avuto 450 partecipanti e abbiamo quindi deciso di sviluppare ulteriormente la nostra offerta online», continua Leonardelli. Idm aveva inoltre lanciato una campagna d’immagine dal valore di 33 milioni di euro per dare «maggiore visibilità internazionale alle competenze chiave dell’Alto Adige, come l’artigianato, l’industria e i prodotti di qualità, e quindi promuoverne le esportazioni»..
Leonardelli Durante il lockdown abbiamo avuto 450 partecipanti agli eventi digitali volti a creare occasioni di export