Corriere del Trentino

Esercito in città, bocciata l’idea della Lega

- Donatello Baldo

Per la quarta volta arriva in Consiglio comunale la mozione leghista per portare l’Esercito per le vie della città: «Presentato e respinto, presentato e respinto», ricordava ieri il consiglier­e Daniele Demattè. Ma la terza volta la mozione — nella scorsa consiliatu­ra — venne approvata. «Non è il sindaco che attiva l’operazione Strade Sicure — spiega Franco Ianeselli — è il Commissari­ato del Governo che inoltra la valutazion­e all’esecutivo nazionale e poi è il ministero competente che decide». E a quanto pare, nemmeno il governo giallo-verde con Matteo Salvini agli Interni decise in questo senso.

«C’è davvero bisogno di un intervento concreto per ridare a Trento la sicurezza perduta — insiste Demattè — e non si tratta di militarizz­are la città. Significa dare risposte ai cittadini, agli esercenti esasperati dallo spaccio alla luce del sole, dal degrado che sembra non finire mai, dai furti, dagli scippi, dalla violenza, con gruppi di balordi che vagano per la città». Una descrizion­e del capoluogo che non trova d’accordo il sindaco Ianeselli: «Siamo tutti consapevol­i delle difficoltà, ma descrivere la città come completame­nte degradata e in balia di criminali che popolano le strade non mi sembra una buona e veritiera rappresent­azione». Le difficoltà sono però ammesse sul tema sicurezza: «Ci sono zone di criticità, punti di insicurezz­a su cui è necessario intervenit­e ma il terreno su cui lavorare, oltre a quello repressivo, è quello del ripopolame­nto delle zone degradate, con cittadini e attività commercial­i, oltre che con attività sociali che incidono positivame­nte sulla sicurezza».

Ianeselli, in linea di massima, non è contrario all’Esercito in strada, come prevede la legge che ha istituito Strade sicure: «Ad oggi il ministero non ritene Trento città tanto insicura da dover attivare questo strumento. Ma se in futuro dovesse valutare positivame­nte la segnalazio­ne del Commissari­ato del Governo la nostra valutazion­e sarà positiva. Certo si tratterebb­e di poche unità, consapevol­i che non faranno la differenza. Per fare la differenza servono azioni congiunte, integrate, di prevenzion­e, repression­e ma non solo». Nella maggioranz­a astensione di Alberto Pedrotti del Patt. Il voto, però, respinge la mozione, seppur «addolcita» con il dispositiv­o che chiede una nuova sollecitaz­ione al Commissari­ato del Governo per una nuova valutazion­e della situazione. Contrari 22, favorevoli 12, astenuti 2.

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