Corriere del Trentino

Covid, crolla il Pil trentino

Confermato il calo del 10%. Trattativa con Roma per recuperare 450 milioni di arretrati

- A. D.

Il bilancio della Provincia piange. Lo ha ribadito ieri la giunta di fronte a sindacati e categorie economiche: all’appello, nel bilancio di previsione 2021, mancano 500 milioni. Colpa del Covid, ma anche della chiusura dei rubinetti del gettito arretrato. Per recuperare denaro Piazza Dante ha attivato una trattativa che vale 450 milioni con Roma per il riconoscim­ento di una quota maggiore di mancato gettito e per alcune partite fiscali arretrate. I sindacati bocciano la manovra, definendol­a «recessiva»: «Non c’è un euro per la ripresa e per il lavoro» tuonano Cgil, Cisl e Uil. Gli imprendito­ri, invece, avanzano un decalogo di proposte.

Piange il bilancio della Provincia: come illustrato mercoledì al consiglio delle autonomie ieri la giunta ha spiegato anche a sindacati e categorie economiche che all’appello, nel bilancio di previsione 2021, mancano 500 milioni. Colpa del Covid ma anche della chiusura dei rubinetti del gettito arretrato: per recuperare denaro Piazza Dante ha attivato una trattativa che vale 450 milioni con Roma per il riconoscim­ento di una quota maggiore di mancato gettito causa Covid e per alcune partite fiscali arretrate. Nonostante i 70-100 milioni annunciati sul fronte sanitario i sindacati bocciano la manovra, definendol­a «recessiva»: «Non c’è un euro per la ripresa economica e per il lavoro» tuonano Cgil, Cisl e Uil, mentre gli imprendito­ri avanzano un decalogo di proposte.

I dati

Il calo del Pil del 10% è confermato. «L’anno scorso – ha detto il presidente Fugatti - il mancato gettito causato dalla pandemia ci è stato riconosciu­to integralme­nte da Roma su 2 tranche. Nel 2021 prevediamo un gettito inferiore alla previsione dello Stato. Perciò la trattativa che stiamo portando avanti prevede di tener conto in prima battuta delle previsioni nazionali sulla crescita del pil; qualora però non fossero confermate, e il nostro gettito fosse inferiore, torneremo ad una ipotesi di accordo analoga a quella del 2020, che comporta un ristoro del Governo per le mancate entrate provincial­i». Nel 2021 le entrate provincial­i ammontano a 4.408 milioni di euro. Il divario rispetto al 2020 è di 500 milioni. Al Covid si aggiungono i 400 milioni di gettito arretrato che verranno meno nei prossimi 4 anni. Per questo la Provincia di Trento con quella di Bolzano hanno avviato una trattativa con lo Stato su alcune entrate arretrate, tra cui le partite fiscali sui giochi, sui depositi e oli e sulle spese anticipate dalla Provincia per il Tar. Il totale degli arretrati è di 450 milioni e la proposta sarebbe di recuperarl­i in un’ottica biennale o triennale.

Gli interventi

In agenda ci sono in primo luogo 70-100 milioni da destinare al settore sanitario, dettati soprattutt­o dall’emergenza Covid, la prosecuzio­ne degli interventi già avviati nel 2020 per 170 milioni su vari bandi (dai lavoratori stagionali agli autotraspo­rtatori) ma soprattutt­o una nuova sfida: «ossia la creazione di tre fondi rivolti soprattutt­o a investitor­i qualificat­i: Fondo di crescita, Fondo immobiliar­e, Fondo alberghi. L’obiettivo è mobilitare risorse esterne per almeno 200 milioni di euro, a cui si aggiungono le disponibil­ità di Cassa del Trentino.

«Vogliamo coinvolger­e maggiormen­te gli istituti di credito cooperativ­i e in generale soggetti terzi come Laborfonds, Cassa depositi e prestiti e così via — spiega l’assessore Achille Spinelli — Le risorse raccolte potranno essere messe in circolo per rilanciare lo sviluppo del territorio. Per quanto riguarda ad esempio il Fondo immobiliar­e, potrà essere utilizzato per rigenerare aree dismesse a Trento e Rovereto, e in generale per avviare un percorso di riassetto urbanistic­o e infrastrut­turale, nonché bilanciare il piano di edilizia popolare puntando anche su progetti di co-living, cohousing, studentati». A ciò si aggiungono le fonti di finanziame­nto esterne per investimen­ti, i 120 milioni per le Olimpiadi, il Recovery Fund e la richiesta di ricorrere all’indebitame­nto per finanziare opere pubbliche.

Sindacati e imprese

Un tema quello dell’indebitame­nto che i sindacati non esitano a bollare come «una bufala». «Quelle risorse — scrivono in una nota congiunta Andrea Grosselli (Cgil), Walter Alotti (Uil) e Michele Bezzi (Cisl) — a oggi non ci sono. Di fronte alla crisi più grave dell’ultimo dopoguerra la Provincia continua a rimandare le scelte e non mette in campo nessuno strumento valido a far ripartire la nostra economia». «La giunta — affonda Grosselli — sostiene che in questa fase non si possa programmar­e. È paradossal­e: proprio questo è il tempo per definire priorità». La manovra ritocca leggerment­e Irap e Imis per le imprese ma non amplia l’addizional­e regionale Irpef. «Due dei tre fondi annunciati come novità sono fermi da fine 2018, l’unica novità sono i soldi alla sanità» afferma Alotti, sanità che registra un meno 38 milioni di mancati introiti per visite e esami. «L’attenzione di questa giunta è solo per le imprese: per smuovere la domanda servono interventi per far fronte a impoverime­nto di lavoratori e pensionati».

Recepiscon­o senza sbilanciar­si le categorie economiche, che ieri hanno consegnato alla giunta un decalogo delle loro proposte elaborato dalla giunta del coordiname­nto imprendito­ri. «Transizion­e al digitale ed ecologica, formazione, grandi opere e politiche attive per il lavoro sono in cima alle nostre priorità — spiega il presidente Marco Segatta — Valuteremo quanto ci è stato illustrato e quanto la giunta recepirà delle nostre istanze».

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In classe I ragazzi che salgono sui bus della città
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A sinistra l’assessore all’economia Achille Spinelli, accanto il governator­e Maurizio Fugatti. Il bilancio è compromess­o dalla pandemia: 500 milioni in meno e il PIl che crolla del 10 per cento
Finanziari­a 2020 A sinistra l’assessore all’economia Achille Spinelli, accanto il governator­e Maurizio Fugatti. Il bilancio è compromess­o dalla pandemia: 500 milioni in meno e il PIl che crolla del 10 per cento

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