Corriere del Trentino

Ricatto a luci rosse

- D. R.

«Paga e metterò tutto a tacere, o ti faccio del male». Così avrebbe detto il presunto marito geloso a un sessantenn­e trentino finito nelle rete di due donne. Le giovani dopo aver consumato un rapporto sessuale lo hanno ricattato con un video hard. I tre sono a processo.

Abili e avvenenti. Avevano organizzat­o tutto con grande astuzia riuscendo a far cadere la vittima, un sessantase­ienne trentino, nella loro trappola e ripulire il conto corrente o almeno parte di esso. Prima si era presentata lei, giovane di bell’aspetto, di origini romene, che con grazia e abilità era riuscita a entrare in confidenza con il malcapitat­o. I primi approcci, poi gli incontri e le avance.

La donna sarebbe riuscita a irretire il sessantenn­e che avrebbe consumato un rapporto sessuale con lei. «Ho bisogno di soldi». La richiesta sarebbe arrivata poco tempo dopo. La donna avrebbe raccontato all’uomo della sua famiglia in Romania, dei soldi che mancavano sempre e dei tanti debiti da pagare. L’uomo, intenerito, avrebbe cercato di aiutare l’amica. Passa quasi un anno e la giovane presenta al sessantenn­e un’amica, l’uomo allaccia una breve relazione anche con quest’ultima e la prima si finge indispetti­ta. «Ora dovrà fuggire in Romania perché quando verrà a saperlo il marito saranno guai», gli dice mostrando all’uomo anche un filmato a luci rosse di un rapporto sessuale consumato con la donna. Ed ecco che due mesi dopo spunta il presunto marito, ovviamente inviperito. Il piano è completo. Lui minaccia il sessantenn­e e gli chiede 3.000 euro. «Paga e sarai salvo e metterò tutto a tacere», gli avrebbe detto minacciand­olo di fargli del male e di fare del male anche alla famiglia dell’amica. L’uomo versa 2.650 euro. Ma siamo solo all’inizio. Era il 4 novembre 2017 e pochi giorni dopo, il 19 novembre, il finto marito insieme alle due donne chiedono 10.000 euro ottenendo un anticipo di 900 euro. Il giorno dopo arriva un’altra pressante richiesta, ma questa volta a ritirare il denaro sarebbe arrivato un altro uomo, il presunto «pericolosi­ssimo» fratello del marito geloso, che riesce a farsi consegnare 8.450 euro.

I fatti sono avvenuti a Trento e Mezzocoron­a tra il 2016 e il 2017 e ora i tre presunti estorsori sono finiti a processo. Si tratta di Luminita Molfa, romena di 36 anni, difesa dall’avvocato Giovanni Rambaldi, Virgil Aurel Ciurar, 31 anni, difeso dall’avvocato Claudio Zanolli, presunto fratello del marito geloso e infine il finto marito geloso, Sebastian Cristian Costea, difeso dall’avvocato Cristian Zamfir. I tre sono accusati di estorsione. Il processo dibattimen­tale si è aperto nei giorni scorsi ma l’udienza è stata rinviata per un difetto di notifica. Costea era già stato condannato a 3 anni e 6 mesi per estorsione ai danni dell’ex parroco di Pilcante, don Ezio Seppi.

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Il raggiro Scambio di soldi

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