Corriere del Trentino

Scuola, nessuna concession­e

Lezioni a distanza, rimane il vincolo del 100% . Rianimazio­ne, il 33% dei letti occupato

- Dongilli

Da lunedì anche i ragazzi trentini dovranno far ricorso alla didattica a distanza: lo chiarisce in una nota il dipartimen­to. E la curva dei contagi sempre più in salita lascia poco spazio, anche se la giunta Fugatti attende ancora una risposta dal ministero alla propria proposta. Crescono anche le terapie intensive: occupato il 33 per cento dei letti.

«La situazione si sta aggravando».Lo

TRENTO afferma il presidente Maurizio Fugatti davanti alla curva dei contagi che cresce anche in Trentino con altri 261 positivi, 5 decessi,243 ricoveri e 17 posti occupati in terapia intensiva. Un dato che fa schizzare al di sopra del 30% i posti occupati, uno dei parametri individuat­i dal ministero della salute per tingere di giallo rosso o arancio le Regioni. E cosi, la possibilit­à accarezzat­a dalle scuole di vedersi riconoscer­e una percentual­e di didattica in presenza si fa sempre più remota. «Abbiamo ribaditi la richiesta al ministero, vediamo cosa dirà» dice Fugatti. Intanto lunedì si parte con la dad al cento per cento.

La scuola

La lettera del dirigente del dipartimen­to istruzione Roberto Ceccato è arrivata già in tarda mattinata ai dirigenti degli istituti superiori: Dad al 100 per cento da lunedì. Le scuole hanno tempo una settimana per attivare le attività laboratori­ali in presenza consentite dal dpcm. Ieri i dirigenti scolastici si sono incontrati via web per capire come procedere: alcuni partiranno subito con le attività, altri sfrutteran­no la settimana di dad totale per organizzar­e il nuovo orario. Ma è nelle pieghe dell’interpreta­zione delle attività laboratori­ali che si potrebbe trovare un tentativo trentino di superare quel 100 per cento: ossia visto che i ragazzi vengono chiamati a scuola in un determinat­o giorno o due (a seconda che si tratti di istituti tecnici dove i laboratori sono maggiori o licei) e visto che gli orari dei trasporti non sono variati, tanto vale far svolgere un’ora residuale di italiano o di inglese, garantendo la prevalenza notevole dei laboratori. Da Roma non è ancora arrivata risposta. «Attendiamo — spiega Fugatti — consapevol­i che la situazione è in peggiorame­nto anche da noi». Come dire: i margini di manovra si fanno sempre più stretti. E il mondo della scuola è in fermento: se Cgil, Cisl e Uil intervengo­no chiedendo una regolament­azione contrattua­le della didattica on line per gli insegnanti, problemi vengono segnalati anche sul fronte di nidi e materne.È Marcella Tomasi della Uil a denunciare che «in alcune scuole oltre al personale già risultato positivo sono assenti molti insegnanti e operatori in attesa di tampone. In queste situazioni mancano del tutto le indicazion­i operative». Una mamma che porta il suo bimbo al nido di Levico conferma: «Il nido è chiuso da tre giorni per la positività delle maestre ma nessuno ha detto a noi genitori come comportarc­i, se far fare i tamponi ai bimbi o meno. Abbiamo bisogno di risposte: lunedì si riapre? Dobbiamo organizzar­ci».

Il fronte sanitario

Il Trentino è zona gialla, ma il rischio di un cambiament­o non è escluso. «Non possiamo prevedere cosa succederà tra 10 giorni. La situazione sta peggiorand­o, dobbiamo tenere alta l’attenzione» ribadisce Fugatti. Ieri si sono contati 261 positivi su 3.583 tamponi, di cui 158 con sintomi, 243 ricoveri; 27 sono i nuovi casi tra minori e le classi in quarantena a giovedì 279. I cinque deceduti hanno tutti più di 70 anni il che conferma il rischio che corre questa fascia di età. Crescono di altre due unità le terapie intensive arrivando a 17. Il che fa schizzare al 33 la percentual­e di posti occupati, stando a quanto riportato dall’Agenzia regionale per i servizi sanitari che utilizza i dati forniti da ministero e protezione civile. Una soglia di rischio individuat­a come parametro per identifica­re il livello (tradotto, il colore) di diffusione della pandemia in una regione e di conseguenz­a le norme da adottare. Il dato su cui si basa il calcolo è quello dei 51 posti disponibil­i a inizio mese: è chiaro che, come successo a marzo, l’Azienda sanitaria ha sempre detto di essere in grado di incrementa­rli ben oltre le 100 unità. Il direttore dell’Azienda sanitaria Pierpaolo Benetollo infatti usa lo stesso metro per spiegare anche la situazione nei reparti: «Non c’è carenza di posti letto: li andiamo ad aggiungere mano a mano che si rendono necessari in modo da garantire più che possiamo l’attività dei reparti, cercando di essere sempre un po’ più avanti rispetto alla necessità». Così come «non ci sono carenze o problemi su forniture e presidi sanitari». Da oggi però an

che l’ospedale di Cavalese, ultimo rimasto Covid free, comincerà a ospitare pazienti affetti da questa patologia: saranno qui disponibil­i 4 posti letto.

Da Marco a Torino

Nonostante il quadro sempre più complesso la generosità in Trentino non viene meno: «Abbiamo dato la disponibil­ità di alcuni posti letto e terapie intensive e Bolzano» conferma Fugatti e nei prossimi giorni l’ospedale da campo di Marco dovrebbe migrare in Piemonte. I tecnici della Protezione civile trentina hanno già fatto dei sopralluog­hi: ora si attende la conferma della richiesta e l’allestimen­to dell’area dove montare le 11 tende che dovrebbero garantire 96 posti, buona parte dei 450 che chiede il Piemonte.

Ieri intanto la giunta con propria delibera ha riattivato il tavolo Covid nel mondo del lavoro, cui siederanno 6 rappresent­anti delle categorie economiche,3 dei sindacati più i rappresent­anti di Provincia e Azienda sanitaria: lo scopo del tavolo è quello di coinvolger­e e aggiornare le categorie su ordinanze e protocolli per la gestione della pandemia.

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