Corriere del Trentino

Ospedali privati, l’offerta «Pazienti ordinari da noi»

Stefenelli: concentrar­e i casi Covid a Rovereto e Trento. Ieri altri 5 decessi e 261 positivi

- Ma. Da.

TRENTO Crescono i ricoveri nei reparti ospedalier­i (214, ieri 17 in più), in rianimazio­ne (18, uno in più nelle ultime 24 ore), i contagi (261) e le classi in quarantena (279 in totale). E resta tristement­e stabile il numero dei decessi: cinque morti anche nella giornata di ieri.

La recrudesce­nza di Covid19, così come ribadito dal presidente Maurizio Fugatti anche nei giorni scorsi, si sta aggravando. E i posti-letto negli ospedali si riempiono. Si tornerà, presto, a ricorrere all’aiuto delle strutture private così come accadde nel corso della prima ondata? «L’interlocuz­ione con Provincia e Azienda sanitaria è continua — riflette Carlo Stefenelli, primario di cardiologi­a a Villa Bianca e presidente provincial­e dell’Aiop, l’associazio­ne che rappresent­a le cliniche private — Ad oggi c’è stata chiesta la disponibil­ità ma non s’è ancora posto il tema di procedere». Solatrix, San Camillo e Villa Bianca erano le tre strutture che in particolar­e si sono riconverti­te in reparti Covid la scorsa primavera. Una scelta non facile. «In questo momento stiamo dando la disponibil­ità ad accogliere pazienti di Medicina e Cardiologi­a — spiega ancora Stefenelli — Ospitare pazienti Covid sarebbe molto più complicato». Per diverse ragioni. «Il problema per le strutture piccole private è notevole — dice — riuscire a separare i percorsi non è semplice e se esplode un focolaio è un disastro. Nella prima ondata abbiamo fatto i miracoli, seguendo al massimo 25 pazienti, ma portare il Covid in casa significa bloccare l’attività ordinaria creando gravi danni di gestione economica».

Ed è qui che Stefenelli si permette, piuttosto, di avanzare un diverso approccio. «La linea più logica sarebbe concentrar­e il Covid in ospedali ad alta specializz­azione per questa patologia, come già accade a Rovereto». «I rischio — aggiunge poco dopo il medico — viceversa è di diffondere in giro il virus disseminan­dolo in tutte le strutture. Le strutture periferich­e e private possono quindi subentrare ospitando i pazienti ordinari, garantendo così continuità».

Stefenelli parla dell’ospitalità dei pazienti Covid nei nosocomi di valle e nelle cliniche private come «estrema ratio». «Ma è chiaro che in questo momento ci auguriamo che non si presenti mai questa necessità — spiega — L’auspicio è che via via, grazie anche alle misure di contenimen­to, il numero dei guariti superi il numero degli infetti che hanno bisogno di ricovero». Solo così, dice, non ci saranno escalation critiche per il sistema sanitario. «Il rischio di bloccare l’attività è enorme», ribadisce. Non solo per gli impatti sui bilanci, ma anche perché si dilaterebb­ero interventi o visite di routine rischiando di aggravare situazioni invece gestibili.

Il saldo fra guariti e infetti è però, ad oggi, negativo. Sono 261 i nuovi casi positivi rilevati ieri. Di questi 158 presentano sintomi: più in dettaglio 125 sono classifica­ti come pauci sintomatic­i (tradotto: con sintomi lievi) e vengono seguiti a domicilio.

Degna di menzione l’incidenza di contagi fra gli ultrasetta­ntenni che oggi sono 59. Ma ci sono contagi nella primissima infanzia: un bimbo sotto i 2 anni e 2 con meno di 5 anni. Sempre nell’ambito dei minori si registrano 27 nuovi casi ragazzi in età scolare e gli approfondi­menti in corso diranno se sarà necessario porre in isolamento le rispettive classi (ieri quelle in quarantena erano 279). Più pesante il dato sulle vittime (5 decessi) ed anche i ricoveri sono aumentati portandosi a quota 243, di cui 17 in rianimazio­ne. Sempre elevata, infine, la mole di tamponi: 3.583 quelli analizzati ieri.

Intanto i carabinier­i controllan­o il rispetto delle misure di contenimen­to del virus, spesso scontrando­si con «l’insensibil­ità», così come l’ha definita l’Arma, dei cittadini. % giovani di predazzo sono stati multati (sanzione minima 400 euro) perché non indossavan­o la mascherina.

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