«Studio gli scenari pandemici, da febbraio mai una sosta»
Dall’inizio della pandemia si è rinchiuso nel suo ufficio di Trento ad analizzare dati ed elaborare scenari di diffusione del coronavirus. Gli amici lo hanno dato ormai per disperso. E non sono gli unici. «Spero che mia moglie capisca, dall’anno scorso ho fatto praticamente solo un giorno di ferie», dice con il sorriso Stefano Merler, 51 anni, matematico e ricercatore trentino della Fondazione Bruno Kessler, nonché consulente del governo per la lotta al coronavirus.
È stato lui agli inizi di febbraio a consegnare al governo il primo studio sugli «Scenari di diffusione di 2019-NCOV in Italia e impatto sul servizio sanitario», inizialmente secretato e poi reso pubblico dalla stampa agli inizi di settembre. «Sto facendo una vita orribile, o lavoro in ufficio o lavoro a casa — racconta Merler — Dall’inizio di febbraio a oggi non ci siamo mai fermati. Forse c’è stata una tregua solo in estate, altrimenti abbiamo lavorato tutti i giorni». Provare ad immaginare il futuro è il compito del suo team, ma in estate è arrivato l’inaspettato anche per loro. «La risalita dei contagi in agosto mi ha sorpreso —
spiega — Abbiamo pagato i tanti comportamenti sbagliati». Ed anche in questa seconda ondata il ricercatore trentino è impegnato nell’elaborazione di possibili scenari di trasmissione del coronavirus, su cui però mantiene il massimo riserbo. «La responsabilità c’è ma è anche vero che io non decido nulla, perché giustamente è la politica che decide — dice — Dall’altra parte però non si fanno le cose a cuor leggero perché senti il peso di dire la tua a chi poi prende le decisioni».
Sto facendo una vita orribile: o lavoro in ufficio o a casa. Spero che mia moglie capisca. I contagi? Comportamenti sbagliati