«Penso a quello che succederà per riorganizzare le priorità»
Le notti spezzettate, lo stress che si va accumulando di scelta in scelta e poi il dolore per le stesse decisioni prese. «Nella prima fase il blocco dello screening oncologico e dei vaccini sopra i due anni di età è stato particolarmente doloroso — ricorda Antonio Ferro, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria — perché significa esporre la popolazione a malattie prevenibili e ridurre l’anticipazione diagnostica dei tumori».
Da ormai più di dieci mesi Antonio Ferro, 58 anni, padre e marito oltre che dirigente sanitario, fa parte della task force provinciale per la lotta al coronavirus. Ma cosa vuol dire lavorare in uno stato di emergenza? «Significa riuscire a pensare oltre ed avere la capacità di leggere quello che accadrà tra 15 giorni — spiega il direttore — e quindi riorganizzare le risorse a disposizione secondo le priorità». Selezionare, dunque, cosa è e cosa non è prioritario e poi interrompere o proporre di limitare determinati servizi o settori. «Sei continuamente sotto stress dalla mattina alla sera per fare delle scelte difficili per cui non sempre ci sono
Antonio Ferro dell’Azienda sanitaria
Il blocco dello screening oncologico e dei vaccini nella prima fase è stato particolarmente doloroso. Difficile dormire la notte
elementi scientifici adeguati — dice — e la notte è complicato fare tutta una tirata senza che ti vengano i pensieri». Tutto ciò ha poi anche delle ripercussioni personali. «È difficile avere dei rapporti familiari normali — ammette — soprattutto nelle fasi più concitate in cui ogni scelta è dolorosa». Impossibile dire quando tornerà la vita di prima, per il momento «spero che nella terza e quarta settimana di novembre ci sia una riduzione dei contagi che porterà a un dicembre più sereno».