Corriere del Trentino

«Di fronte all’ansia dei medici ci sentiamo di fare ancora di più»

- T. D. G.

Sette giorni su sette, dalla mattina presto fino alla sera tardi, suddivisi in squadre da cinque, tutte impegnate a vario titolo nell’analisi dei tamponi per la diagnostic­a del coronaviru­s. «Tutti e cinquanta i membri del team, tra tecnici e ricercator­i, hanno sentito la grande voglia di fare la loro parte e quando sentiamo l’ansia dei medici al telefono ci sentiamo di dare sempre di più», racconta Heidi Hauffe, a capo dei laboratori Covid della Fondazione Edmund Mach.

Prima di iniziare (in aprile) ad analizzare i tamponi raccolti dal laboratori­o di microbiolo­gia dell’ospedale Santa Chiara, Heidi Hauffe — madre e moglie oltre che ricercatri­ce — si occupava sostanzial­mente di studiare il genoma di piante e animali per la conservazi­one e il ripristino della biodiversi­tà genetica alpina. Ma con l’emergenza le priorità sono cambiate e adesso nei laboratori si analizzano fino a 1.700 tamponi al giorno. «Le ricerche urgenti, quelle che servono a risolvere i problemi sul territorio, stanno andando avanti — spiega Hauffe, 52 anni, responsabi­le del dipartimen­to di Biodiversi­tà ed Ecologia molecolare del Centro di Ricerca e Innovazion­e della Fem — mentre sono state sospese tutte quelle ricerche che erano appena iniziate o che potevano essere posticipat­e». In secondo piano sono state messe anche le relazioni familiari. «Purtroppo la mia famiglia è lontana e noi dobbiamo sempre lavorare entro le regole — dice la dottoressa, nata in Canada da madre inglese e padre tedesco cresciuto in Namibia —. Sarei dovuta partire a maggio ma è stato tutto annullato».

Fino a qualche mese fa mi occupavo di studiare il genoma delle piante, ora analizzo tamponi Le ricerche urgenti vanno avanti

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Ricercatri­ce Heidi Hauffe (Fem)

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