«Con Biden una stagione più distensiva»
Enrico Zobele soddisfatto dal voto negli Usa. «Benefici alle imprese trentine? Bisogna aspettare»
«Con Biden si aprirà una stagione più distensiva, i dazi di Trump in Cina ci ostacolavano». Enrico Zobele è soddisfatto del voto negli Stati Uniti. «Gli Usa sono il secondo partner per le imprese trentine».
Export Gli Stati Uniti sono il secondo partner di scambio per le imprese trentine: il valore delle merci esportate ogni anno è di 450 milioni
TRENTO Oltreoceano si prospetta una stagione politica che, a giudicare dalle premesse programmatiche, non lascerà intatte le politiche commerciali degli ultimi quattro anni. Con la vittoria di Joe Biden, gli Stati Uniti chiudono la parentesi del trumpismo, scandita dai colpi inferti al libero scambio nella guerra dei dazi, per inaugurare una presidenza che mitigherà i toni delle relazioni commerciali. Troppo presto per dire quali vantaggi ne trarranno le imprese trentine, che hanno negli Usa il secondo partner di riferimento per gli scambi in uscita. Parlano i numeri: nel 2019 hanno lasciato il Trentino, diretti negli Stati Uniti, volumi di merci per il valore di 450 milioni. Un mercato più florido in uscita che in entrata, e per questo potenzialmente più danneggiato da un approccio americano all’insegna del protezionismo.
Enrico Zobele, presidente del gruppo Zobele, gli Stati Uniti hanno voltato pagina. Da imprenditore vede nella vittoria di Joe Biden l’occasione per instaurare un clima più sereno nel commercio internazionale, ripristinando così uno scenario di mercato aperto a vantaggio delle imprese trentine, come la sua?
«Preferisco essere cauto nel commentare i risultati, perché la questione non è ancora ufficialmente chiusa. Il conteggio è terminato, mi auguro a questo punto che Trump, anche se ha detto di non saper perdere, si accontenti almeno di non vincere. Detto ciò, cambiamenti diretti che abbiano ripercussioni sull’economia locale è presto per vederne e per parlarne. Sicuramente una politica più distensiva, anziché una continua minaccia di dazi, aiuta a rasserenare le economie tutto il mondo, a cascata»
La Zobele ha a Dallas, in Texas, un importante stabilimento. Durante il mandato di Trump, avete avvertito un battute d’arresto? L’orientamento ideologico portato dal diktat «America first» ha rischiato di avere ripercussioni anche sulle realtà d’impresa?
«In Texas non abbiamo avuto difficoltà.Abbiamo sempre lavorato senza problemi. Il mercato americano da anni è il nostro primo mercato, con il 50% abbondante delle vendite. In buona parte produciamo in Messico, ma il prodotto ha continuato a transitare tra Stati Uniti e Messico malgrado i muri, più o meno virtuali. Abbiamo invece avuto difficoltà, come tutti, con ciò che fornivamo dal mercato cinese, visto che abbiamo uno stabilimento anche lì. Tant’è che due anni fa avevamo dovuto aggirare la tassazione in ingresso messa da Trump, con dazi al 15%, ricorrendo allo spostamento delle produzioni in India. Ma comunque in quantitativi che non hanno cambiato particolarmente il conto economico cinese».
L’elezione di un nuovo presidente negli Stati Uniti pone anche l’incognita di come evolveranno i rapporti con l’altra super potenza, la Cina. La politica della mano tesa potrebbe aiutarvi su entrambi i i mercati di riferimento?
«Le due cose sono distinte. Ma credo che evitare gli scontri vada a beneficio di tutti. Poi Biden dovrà riuscire a imporre una propria linea, ma meglio un ragionamento di condivisione che un imposizione tout court».