L’idea del Patt: sfruttare il digitale per rafforzare la distribuzione
Una norma per promuovere i prodotti agroalimentari trentini
TRENTO Mercatini di Natale non rimandati a causa della pandemia, ma solo trasferiti dalle piazze trentine al mondo digitale. Questa la suggestione con cui il consigliere autonomista Michele Dallapiccola comincia a descrivere il progetto della «Rete di promozione agroalimentare trentina», presentato dal Patt in consiglio provinciale firmato anche da Paola Demagri e Ugo Rossi. «I mercatini natalizi sono un’occasione per piccoli agricoltori e allevatori locali di far conoscere i loro prodotti al pubblico dei grandi centri trentini e soprattutto ai turisti da fuori provincia. Noi vogliamo che questa opportunità sia presente tutto l’anno, attraverso il digitale». La proposta si articola in due punti principali. Il primo, fornire al singolo imprenditore corsi di formazione e aiuto tecnico per la promozione web e social della propria azienda, coinvolgendo sia le realtà produttive sia quelle commerciali della ristorazione o della vendita al dettaglio. I corsi di formazione potrebbero inoltre dare la qualifica di «Ambasciatore Agroalimentare
Trentino». Il secondo, offrire uno spazio di promozione virtuale aggiuntivo: le app per turisti di Trentino Marketing. Il tutto volto a creare una rete di piccoli produttori che possano offrire in autonomia percorsi di presentazione e degustazione dei prodotti tipici delle valli trentine. Nella proposta presentata in consiglio trovano spazio anche misure di sostegno all’innovazione e lo sviluppo sostenibile, reddito integrativo, adesione alla certificazione «Qualità Trentino» e aiuti alla distribuzione sul mercato dei prodotti delle piccole aziende e delle cooperative. Il costo stimato per le casse provinciali dovrebbe essere di tre milioni di euro fino al 2023 come dotazione di partenza.«Dobbiamo iniziare subito a pensare al turismo del domani, quello del dopo Covid.», continua Dallapiccola. «Tutto il Trentino ha enormi potenzialità per il turismo cosiddetto esperienziale, il turismo che gira per il territorio alla ricerca di luoghi e sapori particolari, lontano dalle mete più conosciute. Il problema è riuscire a far conoscere al visitatore che viene da lontano l’agroalimentare a conduzione familiare o delle cooperative locali nelle valli, lontano dai grandi centri abitati e dai grandi impianti turistici di risalita. Noi proponiamo di intervenire proprio su questo entry level, dare la possibilità ai piccoli imprenditori di farsi conoscere e poi gestirsi in autonomia percorsi collettivi di degustazione e vendita al dettaglio, come operatori autonomi del sistema-turismo che non dipendano più dalla Provincia, dalle sue strutture e dai suoi bandi».Il consigliere si dimostra però scettico su un eventuale accoglimento della proposta da parte della maggioranza in consiglio a guida Lega: «Gli altri gruppi di opposizione hanno presentato disegni simili, si può lavorare per elaborare un’idea comune. Le forze politiche che esprimono la giunta invece hanno dimostrato una, diciamo così, scarsa propensione all’accoglimento delle nostre proposte. Ma è importante comunque far sapere all’opinione pubblica che la possibilità di una rete per la promozione agroalimentare trentina esiste».