Kroz di cantina Villa Corniole, il bianco esalta il terroir cembrano
TRENTO Villa Corniole è un progetto famigliare che nasce poco più di 20 anni fa, quando i membri della famiglia Pellegrini decidono di fare il salto da conferitori a produttori, investendo per realizzare una propria cantina a Verla di Giovo, in Valle di Cembra. Oggi questa bella cantina dal preponderante tratto femminile – rappresentato da Maddalena, moglie di Onorio Pellegrini, e dalle figlie Sara e Sabina – conta su 10 ettari di vigneto, prevalentemente di proprietà, di cui circa 7 dislocati in Valle di Cembra e altri 3 in Piana Rotaliana, a Mezzolombardo. «Avendo due zone di produzione completamente diverse — spiega Maddalena — la nostra gamma di vini è abbastanza ampia, anche se la produzione di ogni singola referenza difficilmente superano le 10mila bottiglie». In totale oggi Villa Corniole produce, con il supporto dell’enologo Mattia Clementi, 75mila bottiglie di vini fermi e 15mila di Trentodoc, che con il tiraggio del 2020 diventeranno 26mila, un trend in forte crescita quindi che vedrà l’aggiunta di una nuova referenza rosé. Il fatturato oggi è di circa 700mila euro. «Puntiamo molto a fare vini che siano rappresentativi dei nostri diversi terroir di produzione— sottolinea Maddalena — e abbiamo cercato di mettere a dimora su ogni singolo appezzamento la varietà che meglio si esprime». Così, se in Piana Rotaliana il Teroldego 7 Pergole è una perla premiatissima, tra le migliori che potrete mai degustare, il Kroz Bianco (appena 3mila bottiglie all’anno) vuole essere il fiore all’occhiello dei vini fermi prodotti in Val di Cembra dalla cantina. Kroz è il nome locale del soprastante Monte Corona, un’isola calcarea in un mare di porfido.
Cuvée ed emblema delle varietà più rappresentative di un terroir unico come quello cembrano, Kroz 2017 (18 euro) è un vino dal carattere deciso, come gli uomini di montagna, longevo, complesso, fresco, sapido e minerale: Chardonnay all’80% e Müller Thurgau al 20%, il Müller Thurgau e metà dello Chardonnay fermentano e affinano in serbatoi di acciaio inox a temperatura controllata, mentre la restante parte dello Chardonnay in barrique. Il risultato è un vino dal colore giallo paglierino carico, che al naso sprigiona sentori di frutta tropicale e agrumi, che si integrano con note speziate. Al palato è sapido, minerale, persistente, con una bella acidità dovuta all’altitudine dei vigneti e alle escursioni termiche di cui gode la zona di coltivazione.