Presidenza Sait, la quarta volta di Dalpalù «Ringrazio Marzari, stimoli da recepire»
Con 322 voti «doppia» lo sfidante Marzari, fermo a 141. Il commercialista:«Ora nuove strategie»
La conta dei 463 voti non lascia margine all’incertezza: 322 a favore di Renato Dalpalù, 141 per Aldo Marzari. Un risultato netto, per molti già annunciato. Si riapre così l’era di Renato Dalpalù, ex numero uno del consumo che torna al vertice di Sait. Lo stop di Dalpalù è durato solo un anno durante il quale la guida del consorzio era passata a Roberto Simoni. Per il neoeletto sarà la quarta volta alla guida del Sait, in cui fece il suo primo ingresso il 27 giugno 2010. Ma l’ex commercialista rischia di doversi confrontare con il fronte delle Famiglie Cooperative che si erano protese in appello anti-Dalpalù.
TRENTO La conta dei 463 voti non lascia margine all’incertezza: 322 a favore di Renato Dalpalù, 141 per Aldo Marzari. Un risultato netto, per molti già annunciato, riporta così l’ex numero uno di Sait ai vertici del consorzio delle cooperative del consumo. Per la quarta volta.
La decisione è stata annunciata ieri durante un’ assemblea dei soci lampo. Unici in presenza, nella sede di via Innsbruck, il presidente uscente Roberto Simoni, il caposindaco Paolo Bresciani e il rappresentante designato, il notaio Paolo Piccoli. Il cda e i due candidati in collegamento streaming. Nessuna stretta di mano a consacrare il passaggio del testimone: il Covid ha fatto sì che il risultato delle votazioni — raccolte via pec nelle scorse settimane — fosse letto dalla sala consiglio di Sait a una platea virtuale.
«Sarò il presidente di tutti, anche di chi non mi ha votato. Mi impegno a recepire gli stimoli di tutti. Ringrazio Aldo Marzari, con cui il confronto è sempre stato corretto e su temi reali». Le parole scelte dopo l’elezione dal commercialista trentino sono un appello all’unità per i prossimi tre anni.
Quello che inizia è un mandato che non sarà all’insegna della continuità. «I problemi odierni — ha spiegato il presidente — sono diversi da quelli che avevamo di fronte due anni fa. Perciò servono nuove strategie. Da domani (oggi, ndr) cominceremo a studiare lo stato dell’arte e a definire, insiema al cda, il lavoro dei prossimi mesi».
Fuori da Sait per poco più di un anno, in cui alla guida del consorzio c’era Roberto Simoni, Dalpalù ha ora completato il valzer di ritorno, fortemente sospinto dal cda. Fece il suo primo mandato come presidente delle coop del consumo nel giugno del 2010. Entro da vice di Diego Schelfi, numero uno di Federcoop. Al termine del 2023, potrà dire di aver guidato Sait per 12 anni. Una realtà affezionata ai lunghi mandati, quella del cooperazione. L’era Dalpalù era infatti iniziata sul testamento di un altro corposo capitolo della storia di Sait: la presidenza, durata l’arco di 18 anni, di Giorgio Fiorini. Nel 2010, il commercialista fu l’unico candidato alla presidenza e si insediò con il 91% dei consensi. Percentuali bulgare che oggi non si ritrovano. Anche se il risultato resta netto: Dalpalù sfiora la soglia del 70% dei consensi. In aumento i voti raccolti, anche a fronte di una partecipazione maggiore al voto (nel 2019 erano stati 401, ndr).
«È stato un confronto sereno, responsabile – ha detto Aldo Marzari – durante il quale sono emerse problematiche di cui spero si tenga conto. Parecchie cooperative non hanno votato né per l’uno né per l’altro candidato, occorrerà capire il perché.Offro al presidente la mia disponibilità». Resta ancora da capire se le Famiglie cooperative che avevano lanciato un appello anti-Dalpalù prenderanno iniziativa, studiando la fuoriuscita dal consorzio. Mossa che rischierebbe di sfilacciare l’unità di Sait.
Con l’elezione di Dalpalù, si rimescolano le carte anche in via Segantini. L’altoatesino Heinrich Grandi uscirà dal cda di Federcoop per lasciare che a rappresentare il consumo in federazione sia il nuovo presidente.
Dalpalù
Sarò il presidente di tutti, anche di chi non mi ha votato. Mi impegno a recepire gli stimoli. Ringrazio Marzari, con cui il confronto è stato corretto