«Natale libero? Possibile»
Ma Fugatti avverte: «Cruciali i prossimi 15 giorni». Folla in città, Ianeselli: inaccettabile
Un Natale libero è possibile. Ma avverte Maurizio Fugatti, «cruciali saranno i prossimi 15 giorni». Mantiene così i piedi per terra il governatore trentino nonostante la sua Provincia, grazie a un Rt sceso da 1,5 a 1,3 (indice di trasmissibilità del virus sul territorio) sia tra i pochi territori tinti ancora di giallo. E alle categorie economiche che chiedono aiuti tiene la porta aperta: «Ma prima vediamo cosa arriva da Roma». Intanto il sindaco Ianeselli giudica «inaccettabile» la folla ieri in città.
TRENTO Un Natale libero è possibile. Ma, avverte Maurizio Fugatti, «cruciali saranno i prossimi 15 giorni». Mantiene così i piedi per terra il governatore trentino nonostante la sua Provincia, grazie a un Rt sceso da 1,5 a 1,3 (indice di trasmissibilità del virus sul territorio) sia tra i pochi territori tinti ancora di giallo nella mappa del contrasto al virus colorata dall’esecutivo Conte. Merito «di medici, sanitari, dell’azienda sanitaria» ma anche del contact tracing, che vede «il Trentino in testa alle classifiche nazionali». Ma i numeri non sono ancora buoni: 11 decessi ieri e 206 positivi impongono prudenza. «La possibilità di diventare arancioni o rossi è dietro l’angolo — dice Fugatti — Anche per questo abbiamo emanato oggi (ieri, ndr) quest’ordinanza che entra in vigore dalla mezzanotte di domenica e che ha l’avvallo del ministero della Salute». I contenuti, già annunciati, sono stati ribaditi ieri: negozi chiusi di domenica (eccetto farmacie edicole e alimentari), centri commerciali off limits anche di sabato, attività sportiva in solitaria ma non nelle vie e nelle piazze, consumazione di cibi e bevande vietata all’aperto e consentita solo ai tavoli dei locali (chiusi sempre alle 18), distanziamento di due metri in chiesa, mascherina sempre addosso. Inoltre torna l’obbligo di recarsi uno per famiglia a fare la spesa. Nei tre Comuni di Baselga di Pinè, Bedollo e Castello Tesino visto il superamento del tasso del 3 per cento di contagi è scattata la zona rossa.
Il fatidico 3 per cento
Fugatti precisa: «Vale per Comuni con più di 500 abitanti, perché in quelli più piccoli bastano due famiglie contagiate a far innalzare la soglia». Per ora garantisce il governatore non ci sono altri municipi «sorvegliati speciali». «Chiaramente monitoriamo giorno per giorno» precisa. Dovessero emergere l’ordinanza non si applica in modo automatico: «Devo sentirmi con il sindaco del Comune e coordinare l’intervento».
La caccia ai cinghiali
Sfuggono dalle maglie delle regole anti-Covid i cacciatori di cinghiali. In un’ordinanza firmata sempre ieri il governatore ha infatti concesso loro la deroga al coprifuoco delle 22-5, motivando tale decisione anche con «i gravi danni alle colture e ai pascoli arrecati dal cinghiale» , la cui attività di controllo straordinaria si svolge proprio nelle ore notturne.
I numeri
I dati impongono ancora attenzione: ieri sono stati 206 i positivi su 4.145 tamponi, crescono di una unità le terapie intensive (31 persone sono ora in rianimazione) mentre i ricoveri totali sono a quota 386. A dar manforte arrivano anche 90 posti nelle strutture private (San Camillo, Villa Bianca e Solatrix). Undici gli under 18 positivi ai tampone ieri. «Siamo rimasti zona gialla — ha spiegato il governatore — grazie principalmente al Rt calato da 1,5 a 1,3». Da qualche giorno a Roma si inizia a pensare al Natale che verrà, manca poco più di un mese. «Lascio al premier Conte ragionamenti su cenoni o feste. Io spero che sia un Natale più libero possibile ma credo che le prossime due settimane siano determinanti per capire cosa succederà: l’Rt è calato a 1,3, ma il limite è 1, quindi lo dobbiamo considerare ancora alto: se nei prossimi giorni questo dovesse accadere sarà anche grazie all’attenzione dei trentini». Trentino che si trova in questa buona posizione anche grazie all’azione di contact tracing, «che ci vede in testa a tutta Italia».
Gli anziani e le Rsa
La strada è però ancora lunga e Fugatti non ha alcuna intenzione di abbassare la guardia: «La situazione rimane grave, con le restrizioni adottate in ordinanza proviamo a restare gialli ma non è detto che ci riusciamo. Rivolgo un appello alla prudenza e alla responsabilità a tutti i trentini e soprattutto agli anziani che rischiano di più e un grazie a tutti i nostri medici, sanitari e all’azienda per il lavoro che svolgono». Gli anziani restano i soggetti più fragili anche nelle case di riposo dove sono avvenuti, lo ha spiegato Pierpaolo Benetollo, direttore dell’Azienda sanitaria, «il 10 per cento dei contagi di questa seconda ondata: sono 450 le persone tra degenti che si sono contagiate e 360 tra gli operatori». Dati che però va detto «sono anche frutto dell’intensa attività di sorveglianza, perché oggi abbiamo 19 positivi ma solo 4 di loro hanno sintomi». Quanto ai tempi di refertazione dei tamponi che qualche operatore ha lamentato essere troppo lunghi (una settimana o più) Benetollo riconosce «che ci possa essere stato qualche disguido ma abbiamo fatto fare una ricognizione e questa settimana i tempi medi sono stati di 1,8 giorni dal laboratorio al referto».
L’economia
E se il Trentino solidale, alla luce della consegna avvenuta ieri in Piemonte dell’ospedale da campo da parte della Protezione civile, brilla quello del commercio annaspa. Commercianti e ristoratori chiedono il congelamento delle scadenze fiscali, il dilazionamento dei
Il presidente firma due testi. Spesa, si va da soli. Caccia al cinghiale, deroga al coprifuoco
I numeri
Ieri 206 positivi, ancora 11 morti e 31 terapie intensive. Il 10% dei contagi totali in Rsa
mutui, aiuti per affitti e cassa integrazione. «Governo e Provincia devono intervenire subito, i dl Rilancio e Ristoro prevedono interventi a fondo perduto — afferma Massimiliano Peterlana della Fipet — con incidenza trascurabile sul fatturato annuo». «Molte aziende — gli fa eco Marco Fontanari presidente dei ristoratori di Confcommercio — rischiano di perdere il diritto alla decontribuzione prevista dal dl Agosto». «Noi — risponde Fugatti — nella prima fase della crisi abbiamo messo 80 milioni a fondo perduto, per dimostrare che abbiamo attenzione verso le nostre categorie economiche: ora si vedrà quanto cubano gli aiuti nazionali, se non sono sufficienti valuteremo cosa fare».