Corriere del Trentino

Baselga chiusa, gli esercenti sono in allarme

Partite le restrizion­i: pochi in giro, serrande abbassate La CoPinè: «Preoccupa anche il danno di immagine»

- Ma. Gio.

Le strade semi deserte, le serrande dei negozi sono abbassate. È iniziato sotto la pioggia il primo giorno di lockdown nei tre Comuni zona rossa, Baselga, Bedollo e Castello Tesino. Gli esercenti sono in allarme.

TRENTO La prima giornata del «lockdown locale» inizia sotto la pioggia. Una pioggia fina, che dura solo fino a metà mattina — prima di lasciare spazio al sole — ma che in un certo senso rappresent­a l’umore dell’altopiano. Da ieri, infatti, Baselga di Pinè e Bedollo — insieme a Castello Tesino — sono «chiuse». Sono zone rosse, costrette a seguire regole più stringenti rispetto al resto dei trentini, ancora in zona gialla. Negozi chiusi, tranne supermerca­ti, farmacie ed edicole, divieto di spostarsi sul territorio se non per motivi di lavoro, salute, necessità.

E il primo giorno, muovendosi per le strade di Baselga, è proprio così: serrande abbassate, poca gente in strada, anche se c’è comunque chi si concede nonostante tutto una passeggiat­a o una corsetta. Rimane il solito viavai, di prima mattina e nel tardo pomeriggio, dei pendolari che devono raggiunger­e Trento. E nei negozi di alimentari — piccole aree di pseudo-normalità — ci si saluta, si chiede come va, sempre a distanza e con la mascherina. Per un attimo sembra di rivivere quel senso di sospension­e della primavera scorsa, quando il lockdown era totale. E accomunava tutti: pinetani, trentini e italiani.

«Ne usciremo» ha assicurato nei giorni scorsi il sindaco di Baselga Alessandro Santuari, che insieme al primo cittadino di Bedollo Francesco Fantini ha elaborato delle linee guida comuni per queste due settimane di apnea. Ma se in molti hanno accolto la decisione della Provincia senza porsi troppe domande («Se serve per migliorare la situazione, allora stringiamo i denti e speriamo» dice qualcuno), altri danno voce ai dubbi sull’interpreta­zione delle restrizion­i. «I miei genitori sono a Bedollo — dice un ragazzo — e io li assisto. Mi auguro di poterli raggiunger­e anche con queste restrizion­i». Mentre tra i commercian­ti ci si è affrettati a capire quali attività potranno tenere aperto da qui alla fine del mese. Ma la preoccupaz­ione, per chi da ieri ha dovuto chiudere la propria attività, è tanta. «La decisione della Provincia di considerar­ci zona rossa — ammette Walter Dorigatti, presidente della Co.Pinè, il consorzio che raccoglie gli operatori economici dell’intero altopiano — non è stata presa bene dai negozianti locali. Ma è una scelta provincial­e e non ci sono molte alternativ­e: va rispettata». Anche se i dubbi non mancano. E la paura, soprattutt­o di chi ha aperto da poco, è alle stelle. «Speriamo — dà voce ai malumori dei commercian­ti Dorigatti — che tra due settimane si risolva un po’ la situazione. Il rischio, altrimenti, è di vedere compromess­o il mese di dicembre». Per Baselga, che non ha una vera stagione turistica invernale legata allo sci, è proprio il periodo natalizio quello che più impegna gli operatori. E dopo lo stop primaveril­e, veder sfumare anche dicembre diventereb­be per molti drammatico. «Stavamo ragionando su iniziative alternativ­e per il Natale, ma ora è tutto in forse». E non è solo un problema economico: «Anche l’immagine dell’altopiano ne può risentire: questi sarebbero i giorni delle prenotazio­ni invernali, ma è chiaro che se siamo zona rossa molti turisti si rivolgeran­no altrove». Con conseguenz­e non solo per le attività (ricettive in primis), ma anche per i lavoratori — che rischiano di rimanere a casa — e per i fornitori. «È tutta una catena» osserva il presidente della CoPinè. Che non nasconde, in ultimo, anche qualche riserva sulle scelte: «Molti commercian­ti, in queste ore, mi stanno chiedendo sulla base di quali numeri Baselga sia stata inserita in zona rossa, visto che osservando le mappe della Provincia si trovano territori in situazione anche peggiore. I test rapidi? Forse qui da noi se ne sono fatti più che altrove. Ma non possiamo essere penalizzat­i per questo».

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(Pretto) Lungo il lago L’area che si affaccia sul lago: ieri era quasi deserta
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Stop alle attività Un ristorante dell’altopiano di Pinè chiuso per 15 giorni
 ??  ?? Alimentari Una anziana torna a casa dopo aver fatto la spesa al mattino
Alimentari Una anziana torna a casa dopo aver fatto la spesa al mattino

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