Corriere del Trentino

«Grazie a lui il tennis italiano può tornare sport di massa»

VISTO DAL CAMPIONE OMAR CAMPORESE Il bolognese lo incorona: «È già fortissimo ma d’ora in poi sarà più dura»

- F. Bar.

Non è solo questione di talento. «Jannik Sinner è tanta roba, ma non serve che lo dica io», dice Omar Camporese, 18 del mondo nel ‘92, uno capace di battere Ivan Lendl in finale a Rotterdam e Carlos Moya in Coppa Davis. Il fatto è che qui, forse, «siamo a una svolta per il nostro movimento» dice l’ex campione bolognese, oggi a 52 anni direttore tecnico del Green Garden di Mestre. «Con Sinner – spiega – il tennis può ritornare fenomeno di massa e non solo per addetti ai lavori, come ai miei tempi quando era il secondo sport italiano».

Camporese, sabato per la finale Atp di Sofia si è smossa persino la Rai che l’ha trasmessa in diretta...

«Non accadeva da anni, non dico da quando ho smesso di giocare io, nel 2001, ma quasi eh. Per anni il tennis è quasi scomparso dai radar, ora Sinner sta smuovendo qualcosa».

Le piace Sinner?

«Come stile di gioco non è il tennis che preferisco, ma lui è un giocatore forte, ha rovescio, dritto, colpi potenti. Poi è freddo, crede in quello che fa. Deve migliorare al servizio, poiché tende a battere sempre potente ma senza variazioni, e a rete. Ma ha dalla sua talento, testa, maturità e un coach come Riccardo Piatti».

Che lei conosce bene, dato che è stato anche suo allenatore...

«Ai tempi lui era agli inizi, ma era già molto minuzioso nelle analisi delle partite. Ho seguito Piatti quando è uscito dalla Federazion­e. Eravamo un bel gruppo con lui: io, Furlan, Caratti e Brandi».

Con Piatti lei ha vinto a Rotterdam in finale contro Lendl...

«Piatti era già bravo nell’aiutarti a gestire le fasi delicate dei match e delle stagioni. Anche se lì dipende soprattutt­o dal giocatore».

Sinner a Sofia, non giocando benissimo, ha confermato di esserne già capace. È d’accordo?

«Questo intendo quando affermo che è già maturo. Vincere quando giochi bene è un conto, ma se vinci anche giocando male allora sei un campione. Ora però inizia il bello e sono curioso...».

Cioè?

«Aspetto Sinner al varco nel 2021. Se sei bravo, e lui lo è, non è difficile arrivare ma confermars­i. E non parlo di pressioni mentali, quelle lui le saprà governare».

A cosa si riferisce?

«Ogni avversario ora lo conosce e anche i più quotati quando lo affrontera­nno non giocherann­o “in gestione”, ma dando il massimo. Salirà il livello tecnico e lo sforzo».

Piatti spesso gli fa vedere Nadal e Federer nei loro (rari) momenti no, in modo che impari come si fa...

«Con me, con i fuoriclass­e di allora, non lo faceva, non eravamo ancora così attrezzati (risata, ndr). Però come dicevo questa componente è molto personale, deve possederla il giocatore».

Sinner un anno fa ci disse che lui è ancora un «bambino» e che lo vuole rimanere il più lungo possibile. Si riferiva proprio alla spensierat­ezza che lo aiuta a gestire le pressioni...

Se muove anche la Rai Per anni il tennis è quasi scomparso dai radar, ora Sinner sta smuovendo qualcosa... Rai inclusa

«In realtà a Sofia, vincendo in quel modo, ha dimostrato che già oggi non lo è più. E per fortuna, aggiungo. Auguro a Sinner infatti di diventare al più presto un uomo, perché più completerà il suo percorso di maturazion­e e più sarà bravo a vivere le fasi della carriera».

L’occhio degli avversari Ora anche gli avversari più quotati contro di lui non giocherann­o «in gestione»: salirà il livello

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L’asso di ieri Omar Camporese è stato numero 18 nel circuito Atp

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