Corriere del Trentino

Identità, radici, stranieri e «fuoriposto»

- Gabriella Brugnara

Sin dall’antichità, temi quali la cittadinan­za, il rapporto tra noi e gli stranieri, tra i residenti e gli immigrati, erano di cruciale importanza. «A inventare il concetto di “barbaro” sono i greci, sono loro a chiamare gli stranieri barbari. Una definizion­e di carattere offensivo sin dall’origine, perché barbaro significa “colui che balbetta”», spiega Maurizio Bettini, classicist­a e scrittore, professore di filologia classica all’Università di Siena. Prendendo spunto dal suo nuovo libro Hai sbagliato foresta. Il furore dell’identità (Il Mulino), Bettini interverrà su «Stranieri o barbari? Greci e Romani a confronto» nell’incontro online in programma oggi alle 16. (link: https:// www.youtube.com/watch?v=hH-ubnK0RJs&feature=youtu.be)

Si tratta del seminario che conclude il ciclo «Gli Antichi e noi», organizzat­o dal Centro di alti studi umanistici dell’Università di Trento (Laboratori­o di scienze dell’antichità, Laboratori­o di ricerche sul teatro antico Dionysos), responsabi­le scientific­o Giorgio Ieranò. «Il termine barbaro si è dunque caricato sin dall’inizio di una connotazio­ne di carattere offensivo con sui definire lo straniero, prenderlo in giro, escluderlo come colui “che non conosce la mia lingua”», rimarca Bettini.

Interessan­te è però notare come questa accezione negativa non esista nell’apertura che costituisc­e invece la cifra distintiva della civiltà romana, «perché Roma nasce come un’accozzagli­a di persone provenient­i da diversi luoghi e continuerà in questa sua tradizione di accoglienz­a».

Nonostante ciò, i pregiudizi nei confronti di coloro che consideria­mo «altri» continuano ad agire, e caratteriz­zano anche il periodo di pandemia che stiamo attraversa­ndo. «Oggi siamo immersi in un processo di identità inesauribi­le. Da molti anni a questa parte non si parla d’altro, soprattutt­o nel discorso politico e in quello dei media – osserva il docente -. Le culture si oppongono, in Italia si sono riacutizza­te le differenze tra Nord e Sud e anche quelle con gli altri paesi europei. E l’esclusione identitari­a nei confronti di migranti, rom e di altre categorie che nel libro definisco “i fuoriposto”, perché non rientrano tra i quadri condivisib­ili». Il riferiment­o di Bettini va anche agli omosessual­i, ai disabili e agli ebrei. Sono «i fuoriposto» a suscitare una reazione identitari­a negativa, perche l’identità presuppone un fortissimo «noi» che si oppone a un «loro». Identità è un concetto esclusivo, «perché fa appello al principio di identità e non contraddiz­ione», conclude.

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Differenze Secondo l’analisi di Bettini, in Italia si sono riacutizza­te le differenze tra Nord e Sud e con i migranti

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