Corriere del Trentino

LA RICETTA DI CHI INVESTE

- Di Enrico Franco

Alberghi, servizi di alloggio e ristorazio­ne danno lavoro in regione, tra titolari e dipendenti, a circa cinquantam­ila persone. Parliamo di industria del turismo, ma la realtà è fatta di migliaia di imprese, perlopiù piccole e a conduzione familiare, che devono far quadrare i conti. Capite bene che cambiare lo schema di business di un sistema così articolato è tutt’altro che facile. Comunque sia, la svolta non può essere repentina per ovvie ragioni. Rassegnars­i alla lentezza del cambiament­o, d’altronde, non è permesso: il cliente, se non trova ciò che cerca, si rivolge altrove. Non bastasse, la pandemia di Covid 19 ha dato una mazzata ai bilanci e purtroppo non è finita: azzardare previsioni sarebbe velleitari­o, intanto bisogna constatare che c’è già chi ha dovuto gettare la spugna e chiudere l’attività. Il «perfido virus» ha mutato molte abitudini di consumo, però non sappiamo se sia un fenomeno transitori­o o definitivo. Di certo, ben prima dell’emergenza sanitaria, gli osservator­i più attenti hanno registrato novità significat­ive riguardo alla domanda di vacanza. Gianni Gajo, ex manager Marzotto da anni a capo di Alcedo (fondo di private equity), in una recente intervista al sito VeneziePos­t ha spiegato con chiarezza quali siano le tendenze da coltivare: «Io guardo con interesse soprattutt­o a un nuovo modello turistico che si sta imponendo sempre più a livello globale. E che fa del rapporto con la natura e con la sostenibil­ità il suo asse centrale».

Gajo cita «grandi marchi come Patagonia» che puntano su tale impostazio­ne: il domani, aggiunge, non sarà più fatto «di impianti di risalita, come ha ben compreso un’azienda come Leitner che si sta spostando su segmenti di produzione lontani da quel business, ma su un turismo pedestre che dissemina sul territorio strutture di ospitalità pensate per un turismo dolce. È questo il futuro della montagna — conclude — Ne sono convinto tanto che sto ragionando con investitor­i su simili progetti». Anche alla Borsa del turismo montano, chiusa la settimana scorsa a Trento, si è riflettuto sui processi di cambiament­o in atto e che la pandemia ha accelerato, mentre in tutta la regione non mancano gli imprendito­ri lungimiran­ti impegnati a giocare di anticipo. A livello generale, tuttavia, le contraddiz­ioni, per quanto comprensib­ili, non mancano, poiché molti si ostinano a sperare che «tutto torni come prima», realizzand­o perciò progetti e investimen­ti dal fiato corto, per non dire di peggio. Toccherebb­e alla politica indicare la difficile quanto inevitabil­e rotta, ma quando va bene il Palazzo, che ormai non ragiona più nella prospettiv­a di una legislatur­a bensì in base a sondaggi e riscontri quotidiani sui social network, procede a zig zag, un colpo al cerchio e uno alla botte. C’è anche un problema di qualità complessiv­a della classe dirigente in cui non mancano donne e uomini di alta competenza, ma pure profili vistosamen­te inadeguati. Un esempio? Giovedì scorso, i consiglier­i comunali di Bolzano hanno testato il nuovo sistema informatic­o per effettuare le riunioni a distanza ed è stato un mezzo disastro. Il software è innocente: «C’è gente che sembrava non avesse mai acceso un personal computer prima d’ora», ha confessato uno degli eletti, al punto che molti hanno avuto difficoltà perfino in un’operazione semplice come attivare microfono e telecamera. Non amando chi dileggia i politici per puro pregiudizi­o, ribadisco che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Ma ciò non significa ignorare come sia grave che gli amministra­tori di un capoluogo abbiamo difficoltà nell’usare una tecnologia ormai elementare.

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Una piscina di un centro wellness in un albergo trentino. È una delle offerte potenziate nelle strutture trentine
Wellness Una piscina di un centro wellness in un albergo trentino. È una delle offerte potenziate nelle strutture trentine

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