«Chiusure prefestive? La Provincia chiarisca, troppi dubbi»
Incertezza e preoccupazione economica. Con questi due sentimenti i commercianti trentini guardano al prossimo weekend, minacciato dalle nuove norme che impongono la chiusura espresse in maniera tanto fumosa da creare non pochi fraintendimenti. A creare problemi è in particolare l’articolo 9 della nuova ordinanza, che distingue i giorni di apertura per le diverse categorie commerciali in maniera poco chiara. Dubbi sui giorni indicati — «Le festività domenicali sono domeniche o sono festività che cadono la domenica?» si chiede il direttore del centro commerciale di Pergine Shop Center Marco Morelli — ma anche e soprattutto sull’indicazione di chiusura per sabato e prefestivi per le attività commerciali di medie e grandi dimensioni. «Abbiamo interpretato l’indicazione sulla base della legge provinciale che identifica i negozi — spiega il presidente dell’Associazione dei commercianti al dettaglio del Trentino Massimo Piffer — Quindi tutti i negozi che da licenza risultano pari o superiori ai 151 mq sabato saranno chiusi. Domenica chiusura per tutti, salvo gli alimentari e le attività di prima necessità come le farmacie». Interpretazione diversa la dà Aldi Cekrezi, direttore di Confesercenti del Trentino: «Stiamo aspettando una circolare che specifichi meglio questo aspetto. A nostro avviso la chiusura per negozi di media e grande dimensione si riferisce a quelli compresi nei centri commerciali. Per interpretare la norma cerchiamo di capire l’obiettivo della Provincia: evitare gli assembramenti. Un singolo negozio, anche se di grande metratura, non genera folle di persone». I problemi sono due: la poca chiarezza dei testi, che mette le associazioni di categoria nella scomoda posizione di dover interpretare le ordinanze, e una situazione economica sull’orlo della crisi. «Nel corso di vari incontri ho chiesto il rispetto di un principio semplice: la chiarezza - commenta Cekrezi -. Sappiamo che la situazione è difficile ma abbiamo bisogno di testi senza incertezze. Ormai da settimane veniamo chiamati da soci che chiedono consigli concreti: come organizzare il personale? Posso procedere con gli ordinativi o sarò costretto a stare chiuso?». Problema sottolineato anche da Morelli che chiede risposte tempestive e l’istituzione di un referente provinciale per il chiarimento dei dubbi. A completare il quadro c’è l’aspetto economico: «C’è una grande preoccupazione, abbiamo sulle spalle un anno molto difficile con costi e fatiche, ci sono conti e tasse da pagare e le casse sono vuote. Inoltre le persone stanno andando in auto-lockdown e stiamo registrando un calo di clientela elevatissimo. Chiudere anche il sabato nel periodo pre natalizio significherebbe una crisi importante» conclude Piffer.
Il numero dei ricoveri rimane l’aspetto più critico: è quello che ci preoccupa di più
Cè però anche il fronte sanitario da tenere sotto controllo: in questo caso, sommando test molecolari e antigenici, i casi di positività attuali sono 180 in Azienda sanitaria (su un totale di 8.500 persone) e 185 in Rsa (su un totale di 5.500).
E sempre per quanto riguarda il livello sanitario, ieri si sono registrate scintille tra sindacati e assessora Stefania Segnana sull’assunzione di infermieri. «Abbiamo registrato una chiusura di alcune sigle sindacali alle assunzioni degli infermieri» è stato l’affondo dell’assessora. «Nessuna opposizione — ha risposto a stretto giro di posta la Fp Cgil — ma se Segnana vuole derogare al contratto, deve però dare precise garanzie».