Molecolari, rapidi o salivari: ecco l’affidabilità degli screening
«Penso si andrà nella direzione di considerare i positivi ai test antigenici rapidi nel totale dei contagiati, ma andranno raccolti in modo specifico». Lo afferma Sandra Zampa, sottosegretario al ministero della Salute, dopo la polemica scoppiata in questi giorni. Ma nel frattempo il Cibio sta lavorando sui test salivari, saranno disponibili a gennaio. Il virologo: «Sono come i test molecolari».
«Penso si andrà nella direzione di considerare i positivi ai test antigenici rapidi nel totale dei contagiati, ma andranno raccolti in modo specifico. Daremo direttive alle Regioni dopo aver valutato un documento di oggi della Commissione europea in merito» afferma Sandra Zampa, sottosegretario al ministero della Salute, in relazione alla polemica scoppiata in questi giorni in Trentino. Da una parte il governatore Maurizio Fugatti sostiene di attenersi alle direttive ministeriali nel comunicare, a Roma e ai trentini, i soli positivi al tampone molecolare. Dall’altra alcuni sindaci lamentano che a loro risulta un numero di positivi molto più alto, anche due o tre volte quanto comunicato dalla
Provincia, dato dalla somma di molecolari e antigenici. Alcuni dati parlano di 400 positivi risultanti da 2mila test rapidi svolti tra il 2 e il 9 novembre, altri di ben 1.500 positivi «extra» risultanti dagli antigenici.
«Il molecolare è per ora il più sensibile a nostra disposizione — spiega il virologo Massimo Pizzato del Cibio — e riesce a rilevare la presenza del virus anche quando è presente in pochissime copie. Questo perché in laboratorio si amplificano milioni di volte le tracce genetiche lasciate dal virus (non il virus stesso ndr), che quindi diventano rilevabili con poche possibilità di errore. L’antigenico invece non amplifica nulla, rileva quello che c’è. Quindi, se la quantità di tracce del virus sul tampone è troppo bassa, non vengono trovate». Capita più spesso con gli asintomatici o con chi è appena entrato in contatto col virus, generando dei falsi negativi comunque contagiosi.
C’è il problema anche dei falsi positivi, più frequenti nei test antigenici rapidi. Per questo, in condizioni ideali, una positività al test rapido andrebbe confermata da un tampone molecolare nel più breve tempo possibile. Data l’emergenza però il tampone di conferma è saltato e, si
Zampa Daremo direttive ai territori sulle modalità di raccolta
Pizzato Per ora il molecolare è il test più sensibile a disposizione
legge sul sito dell’Azienda sanitaria, si deve stare in isolamento per almeno dieci giorni con qualunque test positivo. Dopo dieci giorni viene fatto un «tampone di guarigione» molecolare, che in caso di positività viene ripetuto dopo altri 5 giorni. Se anche il secondo è positivo, «al 21° giorno finisce comunque l’isolamento senza necessità di altri test, a condizione che non si abbiano più sintomi da una settimana».
La contestazione dai territori sorge dal fatto che i test effettuati nelle farmacie e nei drive through sono ormai per la stragrande maggioranza antigenici. Quindi i positivi rilevati da queste postazioni sono isolati e comunicati a sindaci e forze dell’ordine, non risultando però nelle statistiche. Ai tamponi gratuiti in farmacie e drive through, dietro prescrizione del medico di base, si aggiungono quelli svolti privatamente, che in caso di positività vengono segnalati alla centrale Covid. Il costo per un tampone antigenico privato è di 45/50 euro. Il test molecolare privato è possibile farlo per 85 euro al Laboratorio Adige di Trento, ma soltanto con prescrizione medica a seguito di test sierologico positivo.
Oltre a molecolari e antigenici si parla di altri due tipi di tamponi: fai-da-te e salivari. I primi, promossi dal governatore del Veneto Luca Zaia, sono quasi identici ai test rapidi già in uso. Dovrebbero dare il risultato nel giro di mezzora con una semplice colorazione. «Attenzione però», avvisa Pizzato, «oltre alle difficoltà a rilevare basse cariche virali comune ai test antigenici, c’è da considerare le difficoltà del singolo a farsi un tampone nel modo giusto, visto che bisogna andare molto in profondità nella narice fino alla faringe». I test salivari invece potrebbero aumentare di molto la capacità di effettuare tamponi senza compromettere l’affidabilità. Saranno disponibili per l’inizio di gennaio e si sta attrezzando un centro di analisi a Mattarello. L’obiettivo è poterne fare 3mila al giorno, che potrebbero aggiungersi agli oltre 4mila molecolari giornalieri già processati da Apss e dalla Fem. «Questi salivari sono test molecolari anch’essi, seguono lo stesso processo: amplificazione delle tracce e poi rilevazione, quattro o cinque ore di procedura», spiega Pizzato che col Cibio gestirà il laboratorio di analisi, «l’unica differenza, ma fondamentale, è che basterà usare un campione di saliva dalla bocca. Può essere raccolto da chiunque a casa propria con facilità e poi inviato al nostro laboratorio. Così si toglie un rallentamento importante, quella della raccolta con personale specializzato».