Franceschini con l’Haydn «Gli indifferenti» in note
La colonna sonora Arriva dal Trentino-Alto Adige la musica del film che esce il 24 novembre, tratto dal romanzo di Moravia. L’ispirazione dal melodramma verdiano
Ètrentina e in parte altoatesina la colonna sonora del film Gli indifferenti di Leonardo Guerra Seràgnoli, che esce il 24 novembre, liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Alberto Moravia, distribuito on demand da Vision. Firma la musica il compositore trentino Matteo Franceschini, vincitore del Leone d’argento 2019, l’esegue l’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano e l’Ensemble vocale Continuum, realtà d’eccellenza nel panorama musicale del Trentino-Alto Adige.
«È la storia di una famiglia che nel 2019 ha perso tutto e cerca di restare a galla a ogni costo - spiega il regista Seràgnoli - . Moravia descriveva un’epoca e una sensazione di oppressione quasi esistenziale, uno stato d’animo molto attuale oggi». La vicenda è ambientata in una Roma del 2020 in cui Leo Merumeci è un manager con mire sull’attico di Mariagrazia Ardengo. Tra gli attori principali, Giovanna Mezzogiorno e Valeria Bruni Tedeschi.
Matteo Franceschini, come è iniziata la collaborazione con il regista Seràgnoli?
«Aveva ascoltato delle mie cose e all’inizio del 2019 mi ha contattato attraverso il mio sito. È stata una bellissima sorpresa perché, lavorando nell’ambito della musica classica e contemporanea, so quanto è difficile riuscire a entrare in ambiti che sono simili, ma con cui è difficile creare ponti».
La realizzazione della colonna sonora è stata fatta in continuo confronto con il team creativo del film?
«Si, inizialmente abbiamo lavorato sul soggetto: sono le idee del regista a indicare il tragitto artistico e musicale da intraprendere. La prima cosa che mi disse fu di cercare una colonna sonora che fosse una sorta di melodramma italiano. È così nato nel film quel rapporto di richiamo al melodramma verdiano attraverso cui, oltre a due estratti veri da Traviata, le sue tipiche ansie,
le passioni e speranze sono filtrate dal linguaggio contemporaneo. C’è l’idea di sonorità orchestrale molto operistica e c’è molta musica elettronica».
Come si lavora sull’effetto scenico dal punto di vista musicale?
«La sincronizzazione con le immagini e quindi la questione della potenza della musica su di esse è arrivata in un secondo momento. Stare sul set mi ha dato ulteriori spunti dai quali abbiamo poi cominciato a lavorare. Abbiamo modificato molte cose in corso d’opera, ho realizzato materiale musicale che non è stato utilizzato: un lavoro interessante e con tempi di lavorazione lunghissimi. Alla fine della produzione ho sentito un grande vuoto».
Ha coinvolto realtà trentine e altoatesine…
«Si, in questo caso mi è stata data anche la gestione della parte artistica e musicale. Ho stima e affetto immenso verso l’Orchestra Haydn, con la quale sto vivendo l’anno di artista in residenza. Mi è sembrata una bella occasione portare un progetto diverso all’interno di questa collaborazione. Lo stesso vale per l’Ensemble Continuum di Luigi Azzolini: erano anni che speravamo di fare qualcosa insieme, questa è stata l’occasione giusta».
Tre motivi per vedere il film.
«Il primo: andare al cinema è fondamentale per mantenere un rapporto vivo con la cultura. Secondo: sostenere la creatività italiana, che ne ha bisogno. Terzo: apprezzare un film meraviglioso, su un testo meraviglioso».