Corriere del Trentino

Trentino verso la zona arancio

Ferro (Apss): «Ulteriori restrizion­i? Siamo favorevoli». Ieri 136 contagi e 7 decessi. Troppa gente, Ianeselli chiude il mercato del giovedì Oggi il verdetto. Fugatti: «Parametri peggiorati». Il sindaco di Trento: «Positivi fuori casa, irresponsa­bili»

- Margherita Montanari

Sale al 59% il tasso di occupazion­e ospedalier­a, l’Rt è a 1,32, e l’utilizzo delle terapie intensive Covid è al 47% delle sue possibilit­à. Con 446 pazienti ricoverati e 39 in gravi condizioni. Valori critici, che potrebbero portare nelle prossime ore a una svolta nel colore di cui si tinge la Provincia autonoma di Trento. Da gialla ad arancione. Svolta che il governator­e Maurizio Fugatti non esclude. A chiarirlo saranno le indicazion­i del ministero, che verranno annunciate oggi.

TRENTO Sale al 59% il tasso di occupazion­e ospedalier­a, l’Rt è a 1,32, e l’utilizzo delle terapie intensive Covid è al 47% delle sue possibilit­à. Con 446 pazienti ricoverati e 39 in gravi condizioni. Sono alcuni dei dati ricordati ieri in aula dall’assessora alla sanità Stefania Segnana, nella relazione di aggiorname­nto sull’azione della giunta in contrasto alla pandemia. Secondo l’Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas) anche il Trentino è tra le 17 regioni in cui si supera la soglia di criticità individuat­a dal Ministero (30%). I valori registrati potrebbero quindi portare nelle prossime ore a una svolta nel colore di cui si tinge la Provincia autonoma di Trento. Da gialla ad arancione. Svolta che il governator­e non esclude. A chiarirlo saranno le indicazion­i del ministero, che verranno annunciate oggi.

Verso la svolta?

Il Trentino passerà dunque da un livello di allerta giallo a misure contenitiv­e da zona arancione o rossa? Nel suo intervento in aula, ieri Fugatti non ha escluso questa eventualit­à. La premessa fatta di fronte ai consiglier­i è che «interlocuz­ioni non ufficiali tra il governo e l’Apss, hanno evidenziat­o come alcuni parametri sono in fase di migliorame­nto mentre altri si trovano su un crinale più critico». Alla luce di ciò, «non è scontato che venerdì non ci sia la caratteriz­zazione di una situazione che va peggiorand­o verso l’arancione», ha detto il governator­e. E ha subito specificat­o: «Che ci sono dati in peggiorame­nto lo vediamo anche noi, al di là della classifica­zione che definirà il ministero della salute. È oggettivo che la situazione sia critica, non l’abbiamo mai negato. A questo punto attendiamo la lettura di Roma».

Cosa cambierebb­e

Per riepilogar­e, con l’entrata in vigore della zona arancio, aumentereb­bero le restrizion­i. Zona arancione significa soprattutt­o limitazion­i alla mobilità più stringenti: vietato lo spostament­o tra regioni, stop al movimento tra comuni e coprifuoco all’interno del singolo comune tra le 22 e le 5 di mattina. Fanno eccezione le comprovate esigenze lavorative, ragioni di salute o altre situazione contemplat­e dalla normativa. Per ragioni di studio, per portare i figli a scuola in un altro comune o per usufruire di servizi essenziali non presenti nel proprio paese in zona arancione ci si potrà spostare. Stesse norme della zona

Il governator­e

I dati sono in peggiorame­nto, lo nota anche l’Apss, al di là della classifica­zione che darà il ministero. Test antigenici?Speranza ci ha detto che sono in corso trattative a livello europeo per sdoganarne l’uso

gialla per quanto riguarda trasporti e scuole, che continuere­bbero in presenza. Cambiano le regole sull’accesso nei negozi (l’ordinanza provincial­e emanata ieri aggiunge già dei paletti, ndr). E ancora: i ristoranti, bar, pasticceri­e e simili resterebbe­ro aperti solo per la vendita da asporto, consentita dalle 5 alle 22, e per la consegna a domicilio, consentita senza limiti di orario. Queste le principali novità. Resta comunque da vedere quale scenario validerà l’Istituto superiore di sanità sulla base dei 21 parametri, verificati dal 9 al 15 novembre, con alcuni indici controllat­i anche fino al 18 novembre.

Stato-Regioni

I parametri, per ora, non cambiano. Si resta sui 21 definiti da Roma. Il governo non ha ceduto alle pressioni dei governator­i durante la conferenza StatoRegio­ni di ieri pomeriggio. Ancora presto per ridurre a 5 i criteri per la valutazion­e. «Ma da parte del ministro Francesco Boccia è arrivata un’apertura a verificare sul lato tecnico questa ipotesi», ha detto speranzoso Fugatti. Niente comunque cambierà fino al prossimo Dpcm, atteso a inizio di

cembre. All’ordine del giorno anche il tema dei test dei temi antigenici, su cui le minoranze consiliari ieri hanno tacciato la giunta di «scarsa trasparenz­a». Fugatti riporta parola per parola la risposta del Ministro Speranza. «Il golden standard è il molecolare. Gli antigenici sono comunque efficaci. L’Italia ha chiesto in Europa perché questi strumenti non vengono classifica­ti per dare parere tecnico-scientific­o sulla positività delle persone. In queste ore — ha detto il ministro — sono in corso trattative negli uffici europei per sdoganare l’uso dei test antigenici».

I test antigenici

«Il governo non ci chiede di riportare il numero di positività riscontrat­e con i test antigienic­i», ribadisce il presidente Fugatti. Una foglia di fico, secondo le minoranze, per «celare» la portata dei contagi a Roma. Peraltro, la giunta ha premuto l’accelerato­re su queste verifiche, anche con i protocolli siglati con medici di medicina generale (319), medici di continuità territoria­le (108) e medici di libera scelta. La questione ha animato larga parte della seduta del consiglio provincial­e. Un appello a maggior chiarezza sui dati è venuto dalla proposta di risoluzion­e firmata da Luca Zeni (Pd), uscita tuttavia dall’aula solo in parte approvata, decurtata di qualche punto. «La questione dei dati sfasati è emblematic­a e porta a paradossi, come il fatto che siamo la regione con più alta percentual­e di ricoverati in rapporto ai contagiati. E la confusione sui dati ufficiali non aiuta», ha detto il consiglier­e al termine della sessione. Critica anche la replica di Ugo Rossi, che lamenta «le non risposte ricevute» dalla giunta proprio sulla gestione dei test antigenici. Alla corretta gestione, secondo il capogruppo del Patt, mancherebb­e un altro tassello. «Il ministero prevede che la positività di test antigenic sia poi confermata da tampone molecolare. Siccome è meglio avere dati precisi, sarebbe bene fornire il dato di quanti tamponi molecolari si fanno ai positivi da test antigenico».

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Maurizio Fugatti, presidente della Provincia autonoma di Trento
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