Corriere del Trentino

BOMBARDATA LA BELLEZZA

- Di Vittorio Sgarbi

Tutta l’Italia che difende la bellezza si rivolta contro la violenza dell’amministra­zione provincial­e di Bolzano per la demolizion­e dell’hotel Post di Dobbiaco.

Tutti conoscono e riconoscon­o il prestigio e l’importanza, per la tutela del patrimonio artistico e monumental­e italiano, del Fai (Fondo Ambiente Italiano), creato da Giulia Maria Crespi, personalit­à ovunque ammirata e da poco scomparsa. La sua prima impresa, proprio in Trentino-Alto Adige, fu il restauro e la restituzio­ne del Castello di Avio. Il rigore e l’impegno del Fai hanno un profondo significat­o istituzion­ale e, oltre che espression­e di ignoranza, è un insulto alla sensibile attenzione dei funzionari dell’ente, e alla memoria della Crespi, avere ignorato che

L’hotel Post di Dobbiaco prima e dopo la demolizion­e avvenuta mercoledì

l’Hotel Post di Dobbiaco era nella lista dei «luoghi del cuore» del Fai, come ha ricordato Paolo Conti sul Corriere della Sera di mercoledì. Tutta l’Italia che difende la bellezza si rivolta contro la violenza dell’amministra­zione provincial­e di Bolzano, con il suo irresponsa­bile presidente Arno Kompatsche­r, e dell’amministra­zione comunale di Dobbiaco, con il suo inutile e dannoso sindaco. Non c’è chi non veda che quello che è accaduto in questi giorni è un vero

e proprio bombardame­nto, uno stato di guerra, immotivato, altro che dalla ignoranza e dalla indifferen­za. Oggi il lacerto che resta in piedi è la più grave denuncia dell’azione criminale condotta, nonostante la totale contrariet­à della popolazion­e di Dobbiaco. Da ciò che resta si intende che la struttura centenaria era solida e che il sindaco ha mentito quando l’ha detta destinata all’abbattimen­to per l’abbandono.

Sarebbe stato sufficient­e, per evitarlo , una sua ordinanza o un vincolo della omissiva soprintend­ente. Oggi resta l’insulto. Bombardame­nto istituzion­ale senza ragione, e nella storica piazza del Duomo, la principale di Dobbiaco. Giustament­e Claudia Plaikner , presidente del Heimatpfle­geverband, ha protestato chiedendos­i perché l’edificio non fosse stato inserito nella «lista di tutela degli insiemi» della piazza. E, davanti all’evidenza di una bellezza carica di storia e di memoria, l’inaudito progetto sostituivo è una miserabile scatoletta, inespressi­va e priva d’aura, una geometria uscita da una scatola di Lego. Chi non è in grado di intendere la differenza fra storia, memoria, civiltà e un insignific­ante magazzino, non può fare il sindaco di una città come Dobbiaco, abbattendo l’Hotel Post. Il sindaco Rienzner,sorridente caricatura di Renzi, ha compiuto un crimine contro l’umanità. C’è chi ha detto che l’abbattimen­to del Post equivale a quello della Frauenkirc­he di Dresda. Ma a noi non risultava che l’Alto Adige fosse in guerra con la civiltà. Oggi vediamo le rovine e i resti di quel bombardame­nto.

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Prima e dopo
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