BOMBARDATA LA BELLEZZA
Tutta l’Italia che difende la bellezza si rivolta contro la violenza dell’amministrazione provinciale di Bolzano per la demolizione dell’hotel Post di Dobbiaco.
Tutti conoscono e riconoscono il prestigio e l’importanza, per la tutela del patrimonio artistico e monumentale italiano, del Fai (Fondo Ambiente Italiano), creato da Giulia Maria Crespi, personalità ovunque ammirata e da poco scomparsa. La sua prima impresa, proprio in Trentino-Alto Adige, fu il restauro e la restituzione del Castello di Avio. Il rigore e l’impegno del Fai hanno un profondo significato istituzionale e, oltre che espressione di ignoranza, è un insulto alla sensibile attenzione dei funzionari dell’ente, e alla memoria della Crespi, avere ignorato che
L’hotel Post di Dobbiaco prima e dopo la demolizione avvenuta mercoledì
l’Hotel Post di Dobbiaco era nella lista dei «luoghi del cuore» del Fai, come ha ricordato Paolo Conti sul Corriere della Sera di mercoledì. Tutta l’Italia che difende la bellezza si rivolta contro la violenza dell’amministrazione provinciale di Bolzano, con il suo irresponsabile presidente Arno Kompatscher, e dell’amministrazione comunale di Dobbiaco, con il suo inutile e dannoso sindaco. Non c’è chi non veda che quello che è accaduto in questi giorni è un vero
e proprio bombardamento, uno stato di guerra, immotivato, altro che dalla ignoranza e dalla indifferenza. Oggi il lacerto che resta in piedi è la più grave denuncia dell’azione criminale condotta, nonostante la totale contrarietà della popolazione di Dobbiaco. Da ciò che resta si intende che la struttura centenaria era solida e che il sindaco ha mentito quando l’ha detta destinata all’abbattimento per l’abbandono.
Sarebbe stato sufficiente, per evitarlo , una sua ordinanza o un vincolo della omissiva soprintendente. Oggi resta l’insulto. Bombardamento istituzionale senza ragione, e nella storica piazza del Duomo, la principale di Dobbiaco. Giustamente Claudia Plaikner , presidente del Heimatpflegeverband, ha protestato chiedendosi perché l’edificio non fosse stato inserito nella «lista di tutela degli insiemi» della piazza. E, davanti all’evidenza di una bellezza carica di storia e di memoria, l’inaudito progetto sostituivo è una miserabile scatoletta, inespressiva e priva d’aura, una geometria uscita da una scatola di Lego. Chi non è in grado di intendere la differenza fra storia, memoria, civiltà e un insignificante magazzino, non può fare il sindaco di una città come Dobbiaco, abbattendo l’Hotel Post. Il sindaco Rienzner,sorridente caricatura di Renzi, ha compiuto un crimine contro l’umanità. C’è chi ha detto che l’abbattimento del Post equivale a quello della Frauenkirche di Dresda. Ma a noi non risultava che l’Alto Adige fosse in guerra con la civiltà. Oggi vediamo le rovine e i resti di quel bombardamento.