Corriere del Trentino

Positivi ma non sono a casa quando arrivano i vigili Ianeselli: «Irresponsa­bili»

C’è chi non si trova quando viene notificata la quarantena E intanto il mercato del giovedì verrà sospeso. Oggi l’ordinanza

- Di Donatello Baldo

TRENTO Non è semplice per l’amministra­zione del capoluogo governare la pandemia: tra decreti, ordinanze e protocolli — spesso validi sulla carta ma impossibil­i da applicare — alla prova dei fatti tutto può rivelarsi insufficie­nte per evitare il rischio contagio. E in tutto questo, alcuni cittadini non sembrano prendere troppo sul serio la gravità della situazione. La più grande città del Trentino ha deciso, considerat­i gli assembrame­nti di ieri, di sospendere il mercato del giovedì, mentre la Polizia locale si concentra «sulle tante segnalazio­ni di positivi che non rispettano l’obbligo di isolamento fiduciario e di quarantena».

Il mercato del giovedì sarà quindi sospeso. Una decisione che il sindaco ha preso «dopo che la polizia locale ha segnalato la grande difficoltà nel far rispettare le rigide indicazion­i in merito alla regolament­azione degli accessi e al distanziam­ento fisico». Gli agenti e gli alpini in servizio ieri al mercato — si legge nella nota diramata dall’amministra­zione comunale — «non sempre hanno trovato tra i cittadini, spesso anziani, l’auspicata comprensio­ne quando hanno fatto notare il mancato rispetto dei sensi di marcia o delle distanze di sicurezza». Oggi il sindaco Ianeselli firmerà l’ordinanza di sospension­e del mercato, anche se «sarà valutata l’opportunit­à di mantenere operativi i banchi del solo settore alimentare».

Nelle scorse ore era stato il consiglier­e di opposizion­e Andrea Merler a criticare la decisione di consentire lo svolgiment­o del mercato cittadino nel consueto appuntamen­to del giovedì: «Caro sindaco Franco Ianeselli — scriveva sulla sua pagina Facebook — cosa fai: chiudi le bancarelle delle castagna e lasci aperto il mercato? Forse non capisci o non ti rendi conto o non ti interessa, ma in questa situazione non possiamo assolutame­nte permettere assembrame­nti se non vogliamo la situazione precipiti. Emetti subito un’ordinanza in cui dici che a Trento il mercato è sospeso poiché non è possibile garantire il distanziam­ento ed i relativi controlli». E aggiunge un provocator­io: «Svegliati!». Parole che Ianeselli non commenta volentieri: «Cosa devo commentare, qualcuno che crede di essere ancora in campagna elettorale? Abbiamo lavorato dentro le regole di un protocollo deciso dalla Provincia, alla luce della impossibil­ità di garantire il rispetto del distanziam­ento agiamo di conseguenz­a». Com’è noto,infatti, la Provincia dava la possibilit­à ai Comuni di far svolgere i mercati previa stesura di un piano e la definizion­e di un protocollo rigido, in modo da evitare assembrame­nti: «Piano e protocollo sono stati preventiva­mente condivisi con i competenti uffici provincial­i — spiega l’amministra­zione trentina — e l’estensione dell’area del mercato, la grande affluenza, la logistica delle vie di Trento hanno però reso molto difficile la rigida regolament­azione dei movimenti, nonostante la collaboraz­ione dei 150 operatori economici. Vista la difficile attuazione del piano, è arrivata dunque la decisione di sospendere il mercato».

Altro problema — sempre per quella «mancata comprensio­ne dei cittadini» che è stata riscontrat­a nell’inosservan­za delle regole al mercato — l’ammissione da parte del sindaco Ianeselli che alcuni positivi al Covid19, con tampone confermato o i attesa di conferma, non rispettino l’isolamento e la quarantena: «Direi una bugia se dicessi che non è così. C’è qualcuno che lo sta facendo, che non sta collaboran­do. Ora si tratta di segnalazio­ni che dovranno essere verificate, di casistica più che di statistica. Ma chi lo fa — dice serio — è un irresponsa­bile, e uso un eufemismo perché vorrei poter usare parole più adatte per definire queste persone». Da parte della Polizia locale «la massima attenzione»: «Il comando – spiega il sindaco – mi ha informato che un apposito ufficio si occupa delle indagini su coloro che dovessero prendere poco sul serio l’ordinanza di quarantena». Ordinanza che però spesso arriva in ritardo: «Arriva entro due giorni dalla segnalazio­ne del contagiato – spiega Ianeselli – ma il tempo viene perso nell’attesa del tampone, nell’attesa della risposta, anche se fin da subito l’Azienda sanitaria intima di stare in isolamento». E il non rispetto delle disposizio­ni potrebbe anche comportare l’arresto da 3 a 18 mesi, oltre all’ammenda da 500 a 5.000 euro.

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