A22, stralciata la norma liquida privati
Società in house, nuovo stop. La Commissione bilancio boccia l’articolo
Uno stralcio in piena regola. Con il parere negativo della commissione bilancio della Camera, l’emendamento sulla liquidazione dei soci privati di A22, inserito nella manovra di bilancio, rischia ora di uscire definitivamente dal disegno di legge. Uno scenario che complicherebbe l’iter verso la concessione trentennale a una società totalmente in house, individuato dalla ministra Paola De Micheli come il passaggio più rapido per evitare che la gestione del tratto autostradale vada a gara.
TRENTO Uno stralcio in piena regola. Con il parere negativo della commissione bilancio della Camera, l’emendamento sulla liquidazione dei soci privati di A22, inserito nella manovra finanziaria, rischia ora di uscire definitivamente dal disegno di legge, andando a complicare l’iter verso la concessione trentennale a una società totalmente in house.
L’articolo in questione è il 129 del disegno di legge di bilancio 2021. Un espediente legislativo che avrebbe permesso alla ministra alle infrastrutture e trasporti Paola De Micheli di proseguire lungo la strada del riscatto forzoso delle quote dei soci privati, col fine di arrivare alla concessione trentennale a una società totalmente in house, senza bisogno della gara. Dopo il via libera del Consiglio dei ministri, l’inserimento dell’emendamento nella manovra di bilancio era stato approvato. Operazione che invece qualche mese fa non era andata a buon fine (l’articolo figurava pari pari nel Decreto Agosto, ma il Cdm l’aveva bocciato). Ora la norma rischia di essere estromesso in maniera definitiva.
La commissione bilancio della camera ha espresso un parere tecnico negativo, proponendo al Presidente della Camera di stralciare parte dell’emendamento. Ovvero la parte relativa alla liquidazione dei soci privati. Si tratterebbe infatti di norme ordinamentali, e non finanziarie, che dunque non avrebbero caratteristiche tali da consentirgli di restare nella legge di bilancio. Questa la motivazione con cui è stata richiesta l’estromissione della clausola relativa a Autobrennero. L’ultima parola spetta quindi a Roberto Fico, che già nei prossimi giorni chiarirà il destino della norma.
È vero che la lettura solleva una valutazione tecnica, non di merito, per regolamento attribuita al Presidente della commissione. Ma riflette anche un problema politico emerso a più riprese. Sebbene la strada indicata dalla Ministra De Micheli sia quella della liquidazione dei soci per arrivare al rinnovo trentennale della concessione senza passare dalla gara, all’interno del Partito Democratico (e tra i soci pubblici di Autobrennero) la narrazione non è mai stata unanime. Altri esponenti del Pd coinvolti lungo l’asse della cintura autostradale Modena-Brennero — a partire dal sindaco di Mantova, Mattia Palazzi, fino al presidente della provincia di Modena, Gian Domenico Tomei — avevano insistito a più riprese sull’opzione della mini-proroga. Un’estensione decennale della concessione, vincolata alla realizzazione di investimenti. Ovvero di opere come la Cispadana, la Campogalliano-Sassuolo, la terza corsia da Modena a Verona e altre opere di viabilità ordinaria. A dire il vero la soluzione è stata caldeggiata da tutti i soci del Sud — dalla Trento a Verona, da Mantova a Modena — che consentirebbe anche di aggirare ostacoli economici e giuridici. Ai fini della determinazione del valore di liquidazione delle azioni dei privati, infatti, il governo non terrebbe conto del fondo ferrovia (800 milioni). Liquidando quindi i privati a cifre più basse di quelle attese. Senza il riscatto del 14% della società intestata ai privati si toglierebbe di mezzo il rischio di una serie di ricorsi molto onerosi.
Se il vertice della Camera confermerà inammissibilità dell’emendamento contenuto all’articolo 129 della manovra di bilancio, spetterà alla commissione bilancio avanzare la proposta di un’ulteriore proroga per definire i contorni tecnici dell’emendamento.