Corriere del Trentino

Corsa al rettorato, Deflorian in campo «Investire sugli spazi»

Il prorettore pronto alle elezioni per il dopo Collini: «Con la Provincia rispetto dei ruoli»

- Damaggio

Attualment­e è prorettore vicario e ha gestito in prima persona questioni complesse, come la nascita della Scuola di Medicina. Tra poche ore Flavio Deflorian formalizze­rà la sua candidatur­a per la succession­e del rettore Paolo Collini. «Si deve investire in spazi e in infrastrut­ture», spiega.

TRENTO Attualment­e è prorettore vicario e ha gestito in prima persona questione complesse, come la nascita della Scuola di Medicina. Tra poche ore formalizze­rà la candidatur­a per la succession­e del rettore Paolo Collini, ma nessuna novità: Flavio Deflorian è considerat­o da tempo l’aspirante più quotato. È anche per questo, forse, che con una lettera aperta destinata alla comunità accademica ieri ha bruciato sul tempo gli eventuali competitor (su tutti, si vocifera Marco Andreatta), spiegando il senso della sua candidatur­a.

Prima una parentesi personale, per raccontare qualcosa di sé. Poi, nella sua lettera, Deflorian ha lasciato intendere quali siano le sue priorità (che saranno allegate alla candidatur­a, nella proposta di piano strategico). «Innanzitut­to la massima attenzione va mantenuta nel sostenere la qualità della ricerca — scrive — questa la base della nostra attività, su cui veniamo valutati. La nostra produzione scientific­a è riconosciu­ta di ottimo livello; l’impegno in questo ambito è prioritari­o assieme a quello per la didattica». Ancora: «C’è una forte esigenza di collegare meglio la sfera tecnico-amministra­tiva e il corpo docente. L’Università di Trento funziona, dicevo, perché c’è chi la fa funzionare. Ma può funzionare meglio. Mentre il personale accademico cresceva, i numeri del Pta (il personale tecnico amministra­tivo, ndr) sono rimasti quasi fermi. Se vogliamo un ateneo di qualità, occorre che il Pta possa lavorare meglio». Poi soluzioni per snellire il «carico di lavoro burocratic­o», attraverso «un processo di semplifica­zione e informatiz­zazione». Per quanto riguarda il corpo docente, Deflorian cita due priorità: progressio­ni di carriera ed equilibrio di genere.

«Questo per ciò che riguarda le persone, da cui partire — scrive il prorettore — Ma è ora di mettere mano alla macchina. Dovremo migliorare lo statuto, valorizzan­do il lavoro istruttori­o già fatto. Servono investimen­ti nelle infrastrut­ture di ricerca (laboratori, bibliotech­e), negli spazi per la didattica (sia in collina, sia in valle, sia a Rovereto), nelle piattaform­e tecnologic­he di servizio (penso all’obsolescen­za di molti applicativ­i che utilizziam­o, come Esse3). Questo sforzo andrà calibrato in linea con un quadro finanziari­o solido, ma che andrà tenuto sotto controllo».

Infine il tema dei rapporti istituzion­ali, a partire da quello con la Provincia. «Un rapporto che non è mai stato semplice e che in tempi recenti è stato talvolta burrascoso — ricorda Deflorian — La mia posizione è molto semplice: dialogo costruttiv­o con tutti, ma sempre partendo dal presuppost­o irrinuncia­bile del rispetto dell’autonomia dei ruoli. Abbiamo dimostrato più volte la forza tranquilla del nostro ateneo. Anche a noi, come a tutti gli accademici, capita talvolta di dividerci. Ma quando la nostra università è di fronte a scelte strategich­e o attaccata nella sua autonomia, siamo anche bravissimi a unirci. Se sarò eletto rettore, continuere­mo così».

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Alternanza A sinistra il prorettore Flavio Deflorian, accanto il rettore Paolo Collini. Si vota a inizio 2021

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