Porfido, sindacati contro la deroga «Rispettare i termini della legge del 2017»
«La legge 1/2017 del porfido ha previsto regole precise sull’obbligo di lavorazione del grezzo in cava, sulla tracciabilità e trasparenza delle seconde lavorazioni e sulla tutela della qualità del lavoro. Il 2021 rappresenta un termine temporale importante: con l’anno prossimo infatti, sulla base di quanto prevede la legge, le aziende concessionarie sono obbligate alla lavorazione di almeno 80% del materiale estratto con propri dipendenti e alla tracciabilità del restante 20%. Inoltre vi è obbligo da parte del concessionario della solidarietà retributiva e contributiva nei confronti dei lavoratori delle ditte della seconda lavorazione. Per quanto riguarda poi il sistema mirato dei controlli la legge prevede un coordinamento fra gli organi ispettivi». Sono questi i punti sottolineati da Fillea e Filca del Trentino della legge del 2017 che non devono essere toccati. Un’opposizione netta e un appello alla Provincia ad evitare deroghe all’obbligo di lavorazione del materiale estratto «che inevitabilmente rischiano di contrastare la regolamentazione del processo estrattivo e la lavorazione del porfido bene pubblico, con pesanti ricadute sulle condizioni dei lavoratori e sulla legalità del distretto». E ancora: «Le nostre organizzazioni sindacali hanno condiviso importanza della tracciabilità del prodotto e l’aumento della lavorazione del grezzo, anche per la tutela dei lavoratori e la qualità del lavoro, per contrastare artigiani border-line, anche alla luce del rischio di infiltrazioni mafiose, vedi recenti episodi di cronaca».