Appius 2016, il meglio di sempre Con un bouquet pieno di richiami
«Potrebbe essere l’Appius più grande mai prodotto fino a oggi. Di sicuro, è lo specchio dell’annata e il meglio di ciò che abbiamo raccolto in cantina». La star dei winemaker altoatesini, Hans Terzer, è particolarmente soddisfatto della nuova edizione di Appius, annata 2016, la cuvée punta di diamante della produzione della cantina St. Michael Eppan, nata nel 2010 dalla volontà di creare un vino che fosse anche un ritratto nitido delle sfumature che i vitigni più nobili dell’Alto Adige esprimevano anno dopo anno: Appius, infatti, è frutto dell’assemblaggio di Chardonnay, Pinot Grigio, Pinot Bianco e Sauvignon (tranne nel 2011, annata in cui una grandinata ha fatto perdere tutta la produzione del Pinot Bianco dedicata a questa etichetta). E il Gewurztraminer? «Marca troppo, fin dall’inizio ho deciso di non considerarlo per questo blend — racconta Terzer —. Le percentuali dei vitigni nell’assemblaggio variano ogni millesimo, anche se ultimamente è sempre lo Chardonnay che predomina».
Appius 2016, che fin dalla sua prima uscita si è collocato ai vertici della produzione altoatesina e anche italiana, è l’interpretazione intensa e diretta di un’annata che non è iniziata sotto i migliori auspici ma oggi è ricordata per un «settembre d’oro». Questo vino ha una personalità poliedrica, un fascino capace di intrigare sin dal primo sorso: «Quello che abbiamo appena rilasciato è un Appius di cui mi sono innamorato — spiega il winemaker — perché contrariamente a qualche Appius precedente ha una bella mineralità e una grande eleganza, un vino che oggi è molto giovane ma che ha delle potenzialità eccezionali». Ogni partita di uva viene fermentata e vinificata singolarmente, dopo quasi un anno viene fatto l’assemblaggio e poi il vino viene fatto affinare sui lieviti per tre anni in tini di acciaio inox prima di essere messo in bottiglia. Il risultato è un vino sofisticato ma diretto, dalla beva non complicata, che al naso si presenta con un bouquet caratterizzato da un’interessante nota fumé amalgamata a sentori di pesca bianca e pera Williams, a fragranze floreali di ginestra, un pizzico di salvia e qualche accenno di frutta esotica (soprattutto banana) che tra qualche anno emergeranno in modo più netto. In bocca è asciutto e freschissimo, con note di mandorla e rimandi gessosi, un pizzico di agrumi ed erbe aromatiche. Ogni annata la produzione è limitatissima: la 2016 è stata prodotta in 6mila bottiglie e il prezzo al pubblico è di circa 120 euro.