Una lezione dalla savana «Quella bimba sono io»
Sbarcato a Lampedusa come clandestino, Ide Mamam oggi è un autore e un attore L’ultima sua impresa è un cartone animato: «Per vivere senza paura la diversità»
Ide Maman è autore, drammaturgo, attore, musicista e cantante. È nigeriano, ha 30 anni e da dieci vive a Bolzano. In Italia è arrivato come clandestino, alla soglia della maggiore età: «Come tanti miei fratelli africani sono sbarcato a Lampedusa, irregolare — racconta oggi —. Poi sono arrivato a Mantova, dove ho trovato lavoro e ho fondato la mia compagnia teatrale «Strix», che significa stregone, e il caso mi ha portato fino a Bolzano dove avevo parecchi amici». La vita non ha sempre sorriso a Ide, ma da due settimane il suo nome è sulla bocca di tutti, in Alto Adige, grazie alla storia per bambini di cui è autore e che è diventata un cartone animato. Yaron Daggi, la bambina della savana è una storia africana e ora è una serie web: dieci episodi che, fino al prossimo 17 gennaio, vengono pubblicati ogni domenica sulle pagine Facebook, Instagram e Youtube dedicate al progetto. Accanto agli episodi, realizzati con il contributo della Ripartizione Cultura italiana della Provincia di Bolzano, i video che spiegano il senso del racconto e svelano i retroscena del backstage.
La trama, spiega l’autore, si sviluppa attorno al tortuoso percorso che tutti noi dobbiamo affrontare per convivere pacificamente. «Un’idea che nasce per insegnare ai più piccoli chi sono le altre persone e come vivere accanto a loro senza paura di conoscere la diversità», precisa Ide che del cartone, illustrato dall’artista spagnola Pay Núñez, è anche regista e ne ha curato la colonna sonora.
Veicolo del messaggio etico sono proprio quei buffi e talvolta diffidenti animali con cui entra in contatto. Il leone saggio, la magrissima gazzella, l’ippopotamo impacciato, il rinoceronte minaccioso, la scimmia dispettosa, la giraffa dal collo lunghissimo e il serpente piagnucolone. La differenze che li caratterizzano non sono un ostacolo alla pacifica convivenza ma, anzi, la ricchezza che fa della savana un luogo quasi incantato. A creare scompiglio, quella bambina che, per ripararsi dal freddo, durante la notte ha acceso il fuoco creando allarme tra gli animali.
A cavallo tra immaginazio
ne e realtà, tra divertimento e riflessione, Yaron Daggi vuole lanciare un messaggio educativo ai suoi coetanei tridimensionali: «Il mondo ci fa visita, approfittiamone», sembra dire la bambina africana già protagonista dell’omonimo spettacolo che Ide Maman porta da quattro anni nei teatri italiani e che ha esordito nel 2016 con il Teatro all’Improvviso al del Festival della Letteratura di Mantova.
Animati dal motion graphic designer bolzanino Matteo Marzano sotto la direzione artistica di Davide Grotta, dell’associazione Zabbara, i disegni delicati dalle tinte sfumate iniziano a raccontare la vicenda della piccola Nurah definendo, nel primo episodio, i confini geografici. «Il Niger è un grande Paese dell’Africa occidentale e assomiglia un pesce — spiega la voce fuori campo di Ide —. Io vengo da qui. Quasi tutta la popolazione abita al sud perché al nord ci sono le montagne e il deserto del Sahara. Lì si parla la lingua Hausi e, tanti anni fa, ho sentito una storia che si chiama «la bambina nella savana». “Yaron” nella mia lingua significa bambina, e “Daggi” savana».
Ma quella bambina, in realtà, nasconde il vissuto del suo autore. «Questa non è una favola che nasce dal nulla, ma un racconto autobiografico — rivela Ide —. È una storia vera che racconta un frammento della mia vita nella savana e quando alla fine dello spettacolo rivelo ai bambini che Nurah sono io, rimangono tutti colpiti da questa storia nella storia».