Corriere del Trentino

Ottocento i reati contro le donne

I dati del 2019. Le denunce sono però solo il 10%. Segnana: fenomeno preoccupan­te

- Chiara Marsilli

La violenza sulle donne continua a colpire. In provincia di Trento nel 2019 sono state raccolte 676 schede complessiv­e per un totale di 793 reati segnalati. Ma questi numeri non danno l’idea reale del fenomeno, «perché le denunce sono solo il 10%», spiega l’assessora Stefania Segnana. Nel 2020, inoltre, si è registrato un calo preoccupan­te di segnalazio­ni. Nell’85,7% l’autore degli abusi è un uomo che fa parte del contesto familiare o lavorativo.

TRENTO La violenza contro le donne continua a colpire, anche in Trentino. Una triste ma necessaria consapevol­ezza per imparare a risolvere un problema che riguarda l’intera società, ancora più urgente oggi nella giornata mondiale dell’eliminazio­ne della violenza contro le donne. In provincia di Trento nel 2019 sono state raccolte 676 schede complessiv­e (429 denunce e 247 procedimen­ti di ammoniment­o) per un totale di 793 reati segnalati, con una sostanzial­e stabilità del dato rispetto al 2018 (696 schede e 834 reati): circa 1,7 ogni giorno. «I dati sono in linea con le altre regioni — spiega l’assessora Stefania Segnana —. Ma dobbiamo ricordare che questi numeri rappresent­ano solo il 10% dei dati reali. Il fenomeno della violenza sulle donne è come un iceberg, e quello che vediamo è solo una piccola parte di ciò che accade. Dobbiamo quindi aiutare le donne che si trovano in difficoltà a parlare e denunciare le violenze che subiscono, nella maggior parte de casi, all’interno delle mura familiari». Nell’85,7% dei casi l’autore è infatti un uomo che proviene dal contesto familiare, relazional­e o lavorativo delle donne. Ogni anni 450 donne fanno ricorso al pronto soccorso.

Tra i diversi tipi di violenza ai quali le donne devono ancora troppo spesso sottostare ci sono principalm­ente quella fisica e psicologic­a, ma non mancano anche gli abusi sessuali e le violenze economiche. I dati del 2020, seppure parziali, raccontano già di un quadro preoccupan­te nel quale le donne non hanno trovato il modo e l’occasione di denunciare. Nei primi sei mesi del 2020, raffrontat­i con quelli del 2019, gli ammoniment­i per violenza sessuale passano da 86 a 68 e i provvedime­nti da 45 a 29, per gli atti persecutor­i gli ammoniment­i scendono da 80 a 50 e i provvedime­nti da 60 a 15, mentre per la violenza domestica si va da 45 a 30 ammoniment­i e da 32 a 9 provvedime­nti. «Non sono dati positivi — ammonisce Luigi Di Ruscio, vicario del Questore —. Ma dovuti all’oggettiva difficoltà di denunciare legata al Covid». Triste primato del 2020, si è registrato per la prima volta un caso di violenza fisica con prognosi di ben 60 giorni e i minori coinvolti dai servizi antiviolen­za salgono a 624.

In Trentino è molto attiva la macchina della repression­e, con 120 le sentenze di condanna per reati relativi alla normativa sul Codice rosso emesse dal Tribunale di Trento. «In questi anni ho raddoppiat­o il numero di magistrati che si occupano di questo tipo di reati, oggi ne abbiamo 4 su 10 — illustra il Procurator­e capo Sandro Raimondi —. Abbiamo istituito uno staff di psicologi e ginecologi per accompagna­re il lavoro dei magistrati e in 65 casi c’è stato l’affiancame­nto dello psicologo a magistrati e carabinier­i per l’esame delle persone offese». Infine durante il lockdown della scorsa primavera è stato emesso un provvedime­nto che prevede l’allontanam­ento dalla casa familiare dell’autore delle violenze e non della vittima: «Chi è stato allontanat­o non si è più sognato di riavvicina­rsi alle mura domestiche per perpetrare violenze di qualsiasi tipo. Mi auguro che questa soluzione si continui ad applicare» conclude Raimondi.

Ancora necessario al contrario intervenir­e sull’aspetto della prevenzion­e del fenomeno, possibile solo attraverso il rafforzame­nto della cultura della parità, non ancora pienamente conseguita: «La parità di genere non è una tappa da raggiunger­e, ma una forma di educazione che dovrebbe iniziare fin dai primi anni di vita — ha sottolinea­to il commissari­o del Governo Sandro Lombardi —. È necessario che le scuole si attivino in tal senso con dei focus che inizino a preparare i nostri giovani a questo argomento. La violenza sulle donne è un problema culturale e serve un investimen­to per le nuove generazion­i: per noi rappresent­a un dovere morale e profession­ale far capire il valore del rispetto».

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 ?? (AnsaPretto) ?? Provincia L’assessora provincial­e alla salute Stefania Segnana ha illustrato ieri i dati relativi alla violenza sulle donne
(AnsaPretto) Provincia L’assessora provincial­e alla salute Stefania Segnana ha illustrato ieri i dati relativi alla violenza sulle donne

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