Corriere del Trentino

L’Austria boccia l’Italia: «Niente divieti, da noi si scia»

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Il rinvio della stagione sciistica, annunciato dal governo Conte, diventa un caso internazio­nale. L’Italia sta infatti facendo pressing a livello europeo per garantire una chiusura concordata di tutti gli impianti nel periodo natalizio, per evitare fughe di turisti fuori dai confini nazionali. Ma questo tentativo viene bocciato sul nascere da Vienna: il ministro delle Finanze austriaco Gernot Bluemel ha spiegato che una chiusura comportere­bbe una perdita di circa 2,4 miliardi di euro per le tre settimane di vacanze di fine anno. «Se l’Unione Europea veramente vuole questo, deve pagare», ha aggiunto Bluemel. In mezzo a questo braccio di ferro si trova, non solo geografica­mente, il Trentino Alto Adige che rischia la beffa: se il governo Conte dovesse, come appare ormai scontato, confermare nel prossimo Dpcm lo stop allo sci fino a inizio gennaio, e se l’Austria dovesse invece decidere di aprire gli impianti, la regione subirebbe un grave danno. Molti turisti italiani, ma anche gli stessi trentini e altoatesin­i, potrebbero infatti spostarsi oltre Brennero per andare a sciare. E sarebbe un brutto colpo.

Intanto, le scuole di fondo del Trentino sono rimaste spiazzate nel leggere le parole dell’immunologa dell’Università di Padova, Antonella Viola, in riferiment­o al rapporto tra lo sci di fondo e il virus. «Il fondo — spiegato la virologa — comporta una grande attività polmonare, aumenta l’emissione di potenziali cariche virali». Un accostamen­to che ha fatto sobbalzare Claudio Ferrari, per 21 anni direttore (e fondatore assieme all’avvocato Giulio Giovannini) della scuola fondo delle Viote in Bondone, la prima aperta in Trentino: «Sono rimasto sbalordito da quanto ho letto — spiega Ferrari — Forse la dottoressa non pratica questo sport, ma posso assicurare che non ci sono problemi, non ci sono code. Si tratta di una disciplina all’aperto, in mezzo ai boschi, in solitaria. Come se si decidesse di andare a fare una corsa».

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