A22, Gentiloni allontana la proroga
Il commissario Ue: ok a ulteriori verifiche. Ma ripassa la palla alla Dg del mercato interno
Si fa sempre più lontana l’ipotesi della mini proroga della concessione per l’autostrada del Brennero. Il commissario europeo agli affari esteri, Paolo Gentiloni, si è preso altro tempo per approfondire, ma non prima di avvertire la regia di Autobrennero che il margine di manovra è davvero ridotto. Gentiloni passa la palla alla Dg del mercato interno.
TRENTO Erano settimane che la Ministra alle infrastrutture e trasporti Paola De Micheli e i soci pubblici di A22 attendevano un confronto con Bruxelles. Obiettivo: verificare la fattibilità di una deroga alla direttiva europea per concedere un’ulteriore proroga decennale della concessione lungo l’autostrada Modena-Brennero. La videoconferenza con il commissario europeo agli affari esteri, Paolo Gentiloni, c’è stata. Ma una risposta definitiva non è arrivata nemmeno in questa occasione. Collegato da Bruxelles, il commissario si è preso ulteriore tempo per approfondire. Non senza aver prima avvertito la cabina di regia di Autobrennero che il margine di manovra a livello europeo è davvero ridotto. Una premessa in cui qualcuno vede sbarrarsi la strada verso la mini-proroga, ipotesi caldeggiata dai soci del Sud (Trento, Verona, Mantova e Modena). «Non si è trattato di un no perentorio e definitivo — osserva Manuel Scalzotto, presidente della Provincia di Verona —. Il Commissario ha acconsentito a un ulteriore apti, profondimento Tuttavia, ha reso ben note quali possono essere le difficoltà di questo percorso».
Va ricordato che la concessione di A22 è scaduta nel 2014. Per rinnovarla le strade percorribili sono tre. Da una parte la gara europea, che potrebbe assegnare il tratto autostradale Modena-Brennero a una qualsiasi società. Soluzione scartata all’unanimità dai soci pubblici e bocciata dallo Stato. La seconda via, difesa dalla Ministra Paola De Micheli e dal governatore dell’Alto Adige, Arno Kompatscher, prevede il riscatto forzoso delle quote dei soci privati (attualmente il 14%) senza corrispondere il Fondo ferrovia, un accantonamento da 800 milioni. La società che prenderebbe in gestione l’arteria per i prossimi trent’anni sarebbe dunque totalmente pubblica. La terza opzione sul tavolo parte proprio dalle criticità della seconda. La liquidazione dei soci privati si presta infatti a far aprire un contenzioso legale che rischia di prosciugare il patrimonio della società. Da qui il metodo alternativo: chiedere a Bruxelles il via libera per un’ulteriore proroga decennale, vincolata alla realizzazione di opere importanti. È europea, infatla direttiva che regola le concessioni.
Ora la cautela di Gentiloni è massima. Il commissario agli affari esteri ha ribadito alla cabina di regia di A22 che le concessioni non sono materia di sua competenza. È un tema della Direzione generale del mercato interno. E proprio da questa, in ottobre, era arrivata una prima pronuncia negativa in merito all’opzione dell’ennesima proroga. Su carta intestata della Commissione europea, a firma di Hubert Gambs, vicedirettore. Così dicendo, Gentiloni sembra ribadire che le risposte sono già arrivare. La strada della proroga, dunque, non è percorribile. Neanche ragionando in analogia a quanto avvenuto in Francia: in quella fattispecie, infatti, la concessione non era ancora scaduta, diversamente da Autobrennero.
Un’incertezza che fa già pensare alle prossime mosse. Anche se sul fronte opposto lo stallo è ugualmente presente. Settimana scorsa, la commissione bilancio della Camera aveva infatti stralciato l’emendamento della legge di Bilancio, inserito all’articolo 129. La norma avrebbe permesso allo Stato di liquidare i soci privati di A22, consentendo così di procedere con la creazione di una società totalmente pubblica. Con la bocciatura della norma — per ragioni puramente tecniche, hanno ribadito i soci pubblici — anche questa operazione rischia di ritardare. Non andare a compimento entro il 29 dicembre, ultima data concessa dal parlamento per sciogliere i nodi, rischia di gara europea. In ogni caso, si è impegnato a fare gli ultimi approfondimenti in merito alla possibilità di interpretare la direttiva europea sulle concessioni, del 2014, in maniera più distensiva rispetto a quanto fatto dall’articolo 13 bis del Decreto legge 148/2017. La norma nazionale, infatti, non consente ai privati di partecipare al capitale sociale della società in house concessionaria dell’A22.
Lo stallo è dunque evidente. E il risvolto più probabile è che in seguito all’ultimo esame della normativa europea arrivi il no definitivo alla richiesta della proroga decennale. «La normativa europea — conclude il presidente della provincia di Verona — si sta dimostrando lontana dai bisogni essenziali delle economie dei territori»,